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il Giornale – Inter-Napoli è sfida per la sopravvivenza. Il pari serve a poco…

Inter e Napoli vivono un momento delicato della stagione

Francesco Parrone

Una ripartenza per due. In un girone Inter-Napoli passa da sfida scudetto a lotta per la sopravvivenza dei sogni. La squadra di Luciano Spalletti deve restare aggrappata a un posto in Champions league di vitale importanza; gli uomini di Maurizio Sarri devono ripartire subito per tenere aperto il discorso scudetto. Stasera a San Siro si ritrovano di fronte due formazioni dagli stati d’animo solo apparentemente simili: l’Inter, complice il derby rinviato, è ferma alla vittoria sofferta con il Benevento dopo la miseria di nove punti in dieci partite; il Napoli ha interrotto la striscia di dieci vittorie di fila incassando un clamoroso poker dalla Roma, anche se ha dimostrato tutt’altro che di essere una squadra in crisi. Stanno decisamente peggio i nerazzurri, della capolista. Ma Spalletti su questo vede in vantaggio l’Inter.

Invece Sarri si lamentò di un’ Inter catenacciara. Giorni in cui era più facile fare governi in serie Ache non nel Parlamento appena eletto. Erano anche i tempi dell’ Inter seconda della classe ma che «schiera sempre gli stessi», un po’ come Sarri che ha i suoi titolarissimi. Ma appena Spalletti, più per necessità che per scelta, ha dovuto cambiare, sono iniziati i problemi. Solo una coincidenza? L’ Inter faceva paura, Sarri si aggrappò a una delle sue polemiche sul calendario, indicando

nell’ Inter la favorita perché giocava solo una volta a settimana. Spalletti fu lapidario. Fu il momento più ravvicinato di una sfida, anche dialettica.

Il pari servirebbe poco a entrambe, ma anche per l’attitudine della sua Inter agli scontri diretti: nessun ko, anche se dopo le vittorie iniziali con Roma e Milan, ha collezionato quattro timidi pareggi con lo stesso Napoli, la Juventus, la Lazio e al ritorno con i giallorossi. Due squadre che per il rilancio riabbracciano anche i rispettivi capitani. Icardi non gioca dal 28 gennaio. Hamsik ha iniziato in panchina contro la Roma, reduce da un’influenza. L’argentino quindi più arrugginito

dello slovacco. Entrambi a quota 99 gol in serie A. Chi urla «Cento, cento, cento...» a San Siro, non è su Ok, il prezzo è giusto, ma fa girare la ruota della sua squadra su “ok, la ripartenza è buona".