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Inter, scelte troppo conservative. Emergenza a centrocampo, ma qualcosa si poteva inventare

Il tecnico dell'Inter Spalletti imputato anche per le scelte di formazione e per le sostituzioni

Andrea Della Sala

Dopo l'uscita dalla Champions League, sul banco degli imputati c'è finito Luciano Spalletti. Un mese molto negativo per l'Inter, con una vittoria sola in 7 partite e infine il pareggio col Psv costato la retrocessione in Europa League.

"L’Inter si è presentata alla gara più importante (e alla sua portata) con l’approccio sbagliato. La carica iniziale si è spenta sul palo di Perisic, poi troppe teste sono state occupate dal tabellone e dalle notizie del Camp Nou. Concentrazione approssimativa, errori, incomprensibile «pancia piena» dopo il pareggio, quando ci si è affidati alla tenuta del Barça, dimenticandosi di provare a vincere a San Siro: c’erano 17’ più recupero e un’inerzia positiva. Un errore ripetuto: a Londra (primo match point) l’Inter giocò per lo 0-0, quando provare a segnare, anche perdendo, avrebbe cambiato il bilancio degli scontri diretti. Mentalità conservativa, in contraddizione con le dichiarazioni della vigilia", si legge su La Gazzetta dello Sport.

"Alcune scelte tecniche, come il cambio Vrsaljko-Politano sull’1-1, sono espressione di tale volontà. Certo, bisognava riequilibrare una squadra che aveva Perisic terzino, ma evitare rischi, a quel punto, era a sua volta un rischio. Che non ha pagato. Nessun dividendo nemmeno dalla scelta di rispolverare Candreva, da mezzala, nella gara decisiva. Antonio non giocava titolare da Barcellona (24 ottobre), quando peraltro uscì dopo 45’ per evidente difficoltà. Dopo di allora, 16’ complessivi. Ok, era emergenza a centrocampo, ma qualcos’altro ci si poteva inventare", riporta il quotidiano.

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