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Isco: “Strano che il Real non mi chiami per il rinnovo, ma io resto. Colpe mie. James…”

Dal ritiro della Nazionale spagnola, Isco ha parlato del suo futuro e dei problemi riscontrati al Real Madrid

Dario Di Noi

Il ritorno in Nazionale, nella Roja spagnola, ha sicuramente ridato il sorriso a un talento come Isco, centrocampista andaluso finito un po’ ai margini del Real Madrid. Dal ritiro iberico, Isco ha parlato a lungo con i giornalisti di Marca, senza nascondersi dietro a scuse o giustificazioni. Interessanti i commenti sul mercato e sul rapporto con i compagni ed allenatori.

Questi gli stralci più importanti dell'intervista raccolta da Marca.

EUROPEO - "Non essere convocato è stata una bastonata. Non ero molto convinto di essere chiamato, ma un po’ ci speravo. Ero venuto in Nazionale praticamente ad ogni convocazione, per tutte le partite, e nell’ultima lista ho visto che ero fuori. Ora sono qui per lottare, chiaro, come tutti. Ringrazio Lopetegui per la grande fiducia che ha in me".

MAI TITOLARISSIMO - "Non so perché, lo sono stato solo nella mia esperienza al Malaga. E’ vero che a Madrid ho giocato molte partite, più di quelle che la gente pensa, circa 150, ma è vero anche che non ho mai avuto il ruolo di titolare. Nel Real sai che è difficile, c’è tanta concorrenza, ma io non mi arrendo. Lavoro giorno per giorno per dimostrare il mio calcio. Sono sempre pronto per aiutare la squadra e per dare il meglio di me".

ALTRO CLUB - "Se credo che in un altro club sarebbe più facile giocare? Sì, è possibile, stiamo parlando dei migliori giocatori del mondo. Qui siamo tanti e c’è uno schema praticamente innegoziabile. E’ possibile che altrove si possa giocare di più".

ESTATE - "Se ho mai pensato di andare via la scorsa estate? In realtà no. Mi restano due anni di contratto con il Real, il club non mi ha detto nulla né ha cercato di farmi andare via".

ZIDANE - "Ho parlato con lui ad inizio anno, sapevo che sarebbe stato complicato essere titolare, ma comunque ho accettato. Voglio allenarmi duramente, dimostrare che posso essere titolare, da qui fino a fine anno"

RINNOVO - "Non lo so, la verità è che non ci ho pensato. Né mi hanno chiamato per rinnovare, perciò sono tranquillo. Penso giorno per giorno, questo è importante. Se mi fa strano che non mi abbiano chiamato? Sì, mi sembra un po’ raro, ma non posso farci nulla. Se non vogliono prolungare il contratto, non sarò io a chiedere un nuovo accordo. Credo sia una cosa che debba uscire dal club, non dipende da me"

BENITEZ - "L’inizio di stagione con lui fu complicato. Con Ancelotti giocavo praticamente sempre alla fine, se non ero il titolare ero comunque il primo cambio. Da una stagione all’altra fu difficile così, ma come ho detto questo fa parte del calcio. Ci sono alti e bassi e io non mi arrendo, lotterò fino alla fine. Voglio dimostrare di essere adatto per il Real Madrid. Mi godevo la vita sul campo anche con Benitez, è sempre un divertimento giocare a calcio, è la mia vita"

JAMES - "Situazioni simili? Ciò che conta è la squadra. Se il mister crede sia meglio non farci giocare, non possiamo far altro che allenarci e migliorare. Io e James ci troviamo abbastanza bene, abbiamo parlato tanto, non solo di questo ma di tante altre cose. Abbiamo un buon rapporto, e la polemica sul fatto che giochi Isco o giochi James non esiste"

RUOLO - "Sono una mezzapunta. Lì è dove si è visto il miglior Isco di sempre. E mi piace giocare lì, con libertà, supportando l’attaccante con la palla nei piedi"

SEEDORF - "Ancelotti voleva fare di me un Seedorf, ce l’ha fatta? Sì, quello fu un anno in cui lavorai molto in fase difensiva, rubai molti palloni. Sembravo più Casemiro (ride). Un anno abbastanza completo. Avevo qualcosa di Seedorf nell’ultima parte della sua carriera: era molto forte, molto completo"

COLPA - "Perché dico che è colpa mia? Alla fine, se non sei titolare con Ancelotti, non lo sei con Benitez e non lo sei con Zidane, non può essere sciocco e andare a cercare problemi dove non ce ne sono. Alla fine il responsabile sono io"

GENNAIO - "Se non cambiano le cose, è possibile un addio a gennaio? No, a gennaio no. Ho la testa qui, sono concentrato nel fare il meglio possibile e nello sfruttare le possibilità che mi daranno. Penso solo al presente".

MANCHESTER CITY - "Che cosa mi fece cambiare opinione e mi fece firmare per il Real e non per il City? Stavo giocando l’Europeo Under 21, era mio padre a gestire le negoziazioni. E’ vero che Morata mi condizionò un po’, perché voleva che giocassi con lui. Perché cambiai idea? Alla fine il Madrid è il Madrid. E il meglio che c’è al mondo, è molto difficile dire di no. E io mi sentivo che prima o poi sarebbe arrivata la Decima, perché erano molti anni che non si vinceva la Champions… e infatti non mi sbagliai. Una volta arrivato qui, al primo anno l’ho alzata. Poi la Undecima? Poi la Undecima. Non potevo prendere una decisione migliore"