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Joao Mario: Spalletti vuole farne il suo Nainggolan. Il portoghese però…

Roma, l'Inter, nel secondo tempo ha svoltato anche grazie all'inserimento di Joao Mario

Riccardo Fusato

A Roma, l'Inter, nel secondo tempo ha svoltato anche grazie all'inserimento di Joao Mario. Il portoghese ha sì iniziato con errori inspiegabili – due palle regalate, un gol mangiato e una punizione calciata in fallo laterale –, ma come i compagni è rimasto in piedi fino alla riscossa nell’ultimo quarto di match. Mentre Borja dietro rendeva più fluido l’avvio dell’azione – complice anche il calo dei centrocampisti della Roma, capaci per un’ora di portare un pressing alto e sincronizzato –, Joao ha pian piano trovato il tempo per azzannare gli interni avversari (nel pallone strappato a Nainggolan sul 3-1 c’è l’istantanea del ribaltone) e il passo per cucire i reparti. Quello che Spalletti chiede al proprio trequartista e che Nainggolan nella scorsa stagione ha elevato ad arte, arrivando a segnare 11 reti in campionato e 14 totali. Il belga ha più forza, sa «strappare» e soprattutto è più concreto davanti alla porta. A detta di Spalletti, Joao però è più tecnico e forte nello stretto. Deve comunque fare quel salto di qualità, non solo in fase realizzativa (appena 3 gol l’anno scorso) ma anche come intensità e continuità. Eppure nelle prime due di campionato quando è entrato ha dato la scossa ai suoi.

(Gazzetta dello Sport)

(Gazzetta dello Sport)

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