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Julio Cesar: “Derby? Non volevo portare sfortuna all’Inter. Icardi? In area non puoi…”

Altri estratti delle parole di Julio Cesar a Pressing

Marco Macca

Come vi abbiamo riportato prima, ieri a Pressing su Canale 5 è stata una serata molto particolare per Julio Cesar. L'ex portiere dell'Inter si è lasciato andare ai ricordi in nerazzurro, emozionandosi fino alle lacrime quando si è parlato della sua esperienza in Italia. Di seguito, ecco altri estratti dell'intervento dell'ex portiere brasiliano nel programma condotto da Pierluigi Pardo:

DERBY - "È stata una bella serata, chiusa alla grande: io ero preoccupato perché non avrei voluto, dopo aver ricevuto l’omaggio prima del match, portare sfortuna all’Inter. Donnarumma? A noi portieri può capitare, anche io ho commesso qualche errore in carriera. Ha sbagliato a leggere la traiettoria del pallone, ma anche il difensore non si è comportato bene. Perché non puntare su Reina? A me il turnover tra portieri non piace: Donnarumma è fortissimo, ha esordito a 16 anni. Ha commesso un errore, ma non gli si può mettere la croce sopra: ha ancora ampissimi margini di crescita, a cominciare dall’esperienza che potrà acquisire nel tempo. E anche questo errore gli servirà".

ICARDI - "Sta facendo benissimo già da un paio d’anni: assomiglia un po’ a Inzaghi, nel senso che è la palla a cercarlo e non viceversa. Non puoi permetterti di dormire in area di rigore con lui, perché ti punisce. VAR? Preferisco i vecchi tempi".

CRISTIANO RONALDO - "È un fuoriclasse che da otto anni è al top: fa gol in tutti i modi. In Portogallo è un re, non è facile giocare a quel livello per così tanto tempo, si merita tutto".

NAPOLI - "È una squadra che fa sempre bene ma gli manca sempre qualcosa per vincere lo Scudetto. Anche quando ero all’Inter, avevano sempre dei grandissimi giocatori come Cavani e Lavezzi ma alla fine gli mancava qualcosa. Ancelotti però è un allenatore abituato a vincere".

ALISSON - "Alla Roma l’anno scorso ha fatto delle partite incredibili. Avevo chiesto come fosse a un amico in comune, che ha giocato con lui nell’Internacional, e lui mi aveva risposto che era fortissimo e che anche il Milan era su di lui”.

FAMIGLIA - "Se ho fatto bene il mio lavoro è grazie a Susanna. Non ho vinto da solo, abbiamo vinto insieme, abbiamo costruito tutto in due. Mi è sempre stata vicina nei momenti più difficili, se sono riuscito ad arrivare dove sono arrivato è grazie a lei e ai miei figli”.

PASSATO ALL'INTER - "È come un ragazzo va a dormire e inizia a sognare. E il mio sogno è cominciato quando sono arrivato in Italia ed è durato 7 anni. Dopo il sogno si è interrotto e quel ragazzo si è svegliato. In Italia è cambiata la mia vita, se il mondo oggi conosce Julio Cesar è grazie all’Italia, è grazie all’Inter ed è grazie a Mancini che ha avuto il coraggio di mettere un portiere sconosciuto, appena arrivato dal Brasile, al posto di Toldo”.

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