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La Repubblica – Gli intoccabili del calcio. Agnelli ora appoggia Tavecchio e Galliani

Il giornale nazionale fa il punto sulla partita dei diritti tv che si giocherà nel 2017: c'è da assegnare il triennio 2018-2021

Eva A. Provenzano

Questa mattina, il quotidiano La Repubblica, parla degli “Immortali” riferendosi a quei dirigenti del calcio italiano che gira che ti rigira sono sempre al potere. Tavecchio e Galliani, rispettivamente 73 e 72 anni, si preparano all’ennesima conferma nel mondo del calcio nostrano. E siamo ai nastri di partenza per la partita dei diritti tv: si dovrà presto decidere come distribuire quelli del triennio 2018-2021. L’11 maggio del 2017 si voterà per la carica di presidente del Coni, ma entro il 15 marzo dovrà essere eletto anche il nuovo presidente della FIGC quindi qualche giorno prima dovrà essere votato anche il nuovo presidente della Lega Calcio. E in quel periodo saranno messi a bando anche i diritti tv: giro d’affari per un miliardo di euro all’anno.

LA JUVE – Quella che ha stupito tutti è stata la società bianconera. Gli Agnelli hanno annunciato il loro appoggio a Galliani e Tavecchio, due dirigenti spesso contestati dagli juventini, ma siccome non ci sono molte alternative valide si è pensato di puntare sulle stesse identiche figure con il compito però di mettere in atto le riforme: cioè campionato a 18 squadre e formazioni B. Chi era contro l’eterno filone del calcio italiano parla di un voltafaccia che sarebbe teso ad evitare che “vengano rivisti a suo sfavore i criteri di ripartizione del malloppo dei diritti tv”, scrive il giornale nazionale. Si parla quindi un’assicurazione anti-Leicester, con club medi e piccoli pronti alla rivolta per rivedere la ridistribuzione dei diritti. Quando si parla di dirigenti nelle stanze che contano del calcio, però, non si parla di Inter.

GALLIANI – In tutto questo l’ad del Milan è un’incognita. Non è detto che lui si candidi davvero. Il suo ruolo in seno alla società milanista gli è sempre piaciuto e tanto, per una questione di cuore e ovviamente non solo. Perché la carica di presidente della Lega dà l’accesso ad uno stipendio di solo 300mila euro all’anno: la trattativa per la buonuscita dopo 30 anni al club rossonero sarà lunga.

(La Repubblica, 17-11-2016)