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La Repubblica – Milan, Li Yonghong rifiuta offerta da 450 mln. I misteri che irritano l’UEFA

Il giornale racconta cosa sta succedendo al club rossonero con la parte italiana sempre più staccata da quella cinese

Eva A. Provenzano

"I cinesi sono accerchiati, eppure hanno appena rifiutato un’offerta da 450 milioni di euro. Gli italiani li vorrebbero spingere alla porta. Gli americani aspettano la restituzione del loro prestito. Gli arabi fiutano l’aria. E Fininvest non vuole più essere coinvolta nei guai finanziari del calcio, tanto meno pagare l’eventuale multa da 20 milioni dell’Uefa. È caos totale, nella babele di Casa Milan: il pentolone scoperchiato dall’Uefa ribolle, ustionando tutti, incluso l’ad Marco Fassone, delle cui promesse i tifosi cominciano a dubitare". Questo è quanto Enrico Currò, giornalista di La Repubblica, scrive oggi in un articolo sui rossoneri pubblicato ovviamente sul noto quotidiano nazionale.

Stando a quanto sostiene il giornale ieri i tre consiglieri italiani del Milan - Fassone, Patuano e Scaroni - si sarebbero incontrati "per studiare le vie legali atte a isolare la parte cinese del Cda: il presidente Yonghong Li e i consiglieri Li Han, Lu Bo e Xu Renshuo". Insomma, nel Milan viene evidenziata una spaccatura societaria venuta alla luce dopo il no dell'Uefa al settlement agreement, il patteggiamento tra club e la massima organizzazione del calcio europeo. Il gruppo cinese non ha nessuna intenzione di cedere  e sta cercando di "rastrellare in patria o negli Emirati il denaro necessario per tamponare la falla". L'attuale proprietario rossonero avrebbe rifiutato anche un'offerta di 450 mln, compreso il debito con Elliott, che sarebbe arrivata dall'immobiliarista di Dubai Al-Falasi. Cederebbero per una cifra che parta per lo meno dai 750 mln di euro.

Si parla inoltre dei 'misteri' che irritano l'UEFA. Il giornale sostiene che il Milan a giugno chiuderà il bilancio con un passivo di 90 mln e servirà un aumento di capitale. Il fondo Elliott ha fatto un prestito ai cinesi di 303 mln e questo prestito è la garanzia per l'iscrizione al prossimo campionato, ma l'UEFA può accettare questa garanzia a patto che il fondo diventi proprietario del club. Inoltre a Nyon non sono convinti perché i soldi investiti dalla catena di controllo del Milan arrivano da paradisi fiscali e non c'è un atto ufficiale che consenta di individuare il proprietario del club: "un notaio ha certificato il passaggio del 99,93% delle azioni da Fininvest alla prima Rossoneri lussemburghese. Tutto legittimo, tutto anonimo", ha scritto La Repubblica.

(Fonte: La Repubblica, 27-05-2018)