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L’Inter alza il muro. Solida con Miranda e Skriniar, impenetrabile son super Handanovic

La squadra nerazzurra si è ben comportata in difesa anche contro un avversario scomodo come la Juve

Andrea Della Sala

L'Inter, anche in casa della Juventus, ha mostrato la sua solidità difensiva. L’asse centrale è riuscito a esaltarsi anche contro una Juve che allo Stadium non restava a secco da 44 partite ha un’altezza da granatieri in cui nessuno va sotto i 186 centimetri e in panchina come mancia ci sono i 195 di Ranocchia. Il risultato è che l’Inter nei tre incroci con le prime – tutti in trasferta – ha preso gol soltanto da Dzeko, il 26 agosto. Con Reina e Alisson (che però ha giocato una gara in meno), Handanovic è il portiere meno battuto del torneo: appena 10 reti subite, 0,625 a partita. Con i due colleghi condivide anche il primato di clean sheet (match senza subire gol): nella giornata degli 0-0, sono saliti a 8. Il segreto ovviamente sta nel lavoro di Spalletti e del suo staff, oltre che nello sforzo collettivo in cui a partire da Icardi – quello più lontano dalla porta – tutti danno una mano e ragionano di squadra. Concetto sconosciuto fino al maggio scorso.

Ma a Torino ha brillato soprattutto la spina dorsale bassa. A partire da Handanovic (193 cm), di nuovo decisivo e probabilmente mai così costante da quando è arrivato a Milano. Sarà la completa maturità, sarà la voglia di quella Champions che insegue da una vita, fatto sta che lo sloveno in 16 partite ha avuto solo un paio di passaggi a vuoto (contro Samp e Verona), peraltro indolori visto che sono arrivate comunque due vittorie. Di Skriniar (188 cm) si è detto e scritto di tutto. Il 22enne ha superato anche il crash test Higuain e dopo una scivolata che al 9’ ha rischiato di far segnare Mandzukic, anche a Torino non ha sbagliato nulla. Al suo fianco un Miranda (186 cm) che non ha l’esplosività del compagno ma – come sottolinea Spalletti – ha l’esperienza per adattarsi sempre all’avversario. Ogni tanto Joao sbaglierà qualcosa in uscita, ma ha soffocato il Pipita a colpi di anticipi e ruvidezze da vero leader.

(La Gazzetta dello Sport)

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