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L’Inter si coccola Gabigol: vita tranquilla e riservata in attesa della svolta!

Nella vittoria dell'Inter a Bologna, c'è stata la domenica speciale di Gabigol

Riccardo Fusato

Nella vittoria dell'Inter a Bologna, c'è stata la domenica speciale di Gabigol. Di lui, prima del suo primo gol in serie A sembrava restare ben poco tra le mani. Come sabbia che solletica le dita e che alla fine lascia solo la sensazione del velo. Poi l’intuizione, il senso di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Che poi sarebbe la natura dell’attaccante. Ma al posto giusto nel momento giusto si è sempre trovato in questi sei mesi fuori dal campo. La sua Milano non è fatta di cene luccicanti e locali sgargianti, ma di turismo e profilo basso. Dal Brasile si è portato il fisioterapista (Thiago Lobo che ha lasciato il Santos per Gabi), l’addetto alla sicurezza (Rodrigo Claudino dos Santos) e il portavoce (Vinicius Viera) personali, più i genitori Valdemir (ex operaio metallurgico) e Lindalva con la sorella Giovanna. In più, almeno 4-5 amici storici che lo portano a rotazione alla Pinetina, lo accompagnano nelle commissioni o semplicemente condividono la quotidianità. Tanto per non dimenticare, il suo sponsor tecnico gestisce direttamente dal Brasile le uscite pubbliche. E il giorno della presentazione è stata la Pirelli a prendersi carico dell’evento con il presidente Marco Tronchetti Provera in prima fila. Per questo motivo la «bolla famigliare» si è spostata a Milano con lui in zona San Siro, vicino al Meazza e immerso nel verde, lontano dalla città: per proteggerlo dagli agenti esterni. In Brasile si è abituato a essere «dipendente dall’allenamento» come disse una volta: nei periodi vacanza non esisteva la completa inattività fisica. Un preparatore lo seguiva per tenerlo rodato in maniera tale da non dover riprendere da zero la preparazione con il Santos. È come avere un promemoria appiccicato sulla fronte, vederlo ogni mattina davanti allo specchio e seguirne le regole. Sarà stato anche grazie a lui che nelle giovanili del Santos ha segnato più di 600 gol. Il suffisso era divenuto quasi obbligato. Nonostante quel Gabigol all’inizio lo abbia più fregato che sostenuto a Milano. Alla Pinetina ha trovato chi lo apprezza sul serio, lo sorregge nei momenti di sconforto. Joao Mario è come un fratello maggiore: fuori dal campo è la guida spirituale per seguire una vita regolare. Ciò che gli chiede l’Inter in fin dei conti. Non solo perché lo ha pagato 29,5 milioni garantendogli uno stipendio da 3 milioni abbondanti all’anno. Ma perché per lui questa è la strada che lo porterà a svoltare professionalmente. Era stato calcolato che il primo anno avrebbe avuto delle difficoltà. Il prossimo sarà quello delle prime verità, ecco perché è rimasto qui a gennaio senza cedere alla tentazione di scendere di livello pur di giocare. A Milano non cede nemmeno alle tentazioni di sfruttare le attrazioni della città notturna. Solo qualche cena in gruppo ogni tanto, non solo con Joao Mario, ma anche con Eder e Miranda (senza scordare Felipe Melo fino a quando è rimasto all’Inter), gli altri suoi punti di riferimento. Molto legato alla sorella.

(Gazzetta dello Sport)

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