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Mancini: “Allenare la Nazionale un orgoglio, è stato facile scegliere. Chiamerò Balotelli”

Il nuovo commissario tecnico della Nazionale si presenta

Fabio Alampi

La Nazionale italiana riparte da Roberto Mancini: l'ex tecnico dell'Inter è il nuovo commissario tecnico degliAzzurri. Queste le sue parole nel corso della conferenza stampa di presentazione: "Sono abbastanza emozionato, diventare ct della Nazionale non è una cosa banale, non capita sempre. Mi hanno fatto sentire quello che volevo, mi hanno voluto al 100%, per me è stato abbastanza semplice scegliere. Sono orgoglioso di allenare la Nazionale, per uno come me che ha messo piede a Coverciano per la prima volta nel '78 con l'Under 14 diventare allenatore della Nazionale penso sia la cosa più bella. Sono felice di questa scelta anche per i miei genitori, spero che possano essere orgogliosi, ringrazio tutti gli allenatori che ho avuto, sono stati molto importanti, e tutte le persone che mi hanno aiutato nella mia crescita sia da giocatore che da allenatore".

Perchè la Nazionale è meglio di un club?

"Penso che diventare ct della Nazionale sia un grande orgoglio, penso che sia la massima aspirazione per tutti gli allenatori. Ci sono momenti in una carriera in cui bisogna prendere delle decisioni, c'è chi preferisce un club, chi ha bisogno di vedere i ragazzi tutti i giorni. Per me penso che sia il momento giusto, bisogna fare qualcosa per la Nazionale, non essere andati ai Mondiali è una cosa abbastanza difficile, ho pensato che forse poteva essere il momento giusto".

Ci sarà spazio per Pirlo e Balotelli?

"Giocatori in Italia ce ne sono tanti, anche in momenti come questo che possono sembrare difficili. L'Italia può trovare sempre giocatori con qualità. Mario è un giocatore italiano, sicuramente ci parleremo, probabilmente lo chiameremo, fa parte di quei giocatori che vorremo rivedere. Ci sono diversi giocatori che possono essere molto utili alla causa della Nazionale. Con Pirlo abbiamo parlato, adesso vedremo quello che vorrà fare".

Come dovrebbe essere la sua Nazionale e che ct vorrebbe essere?

"Il mio rapporto con la Nazionale è durato tantissimo, ho avuto come ct Bearzot, Vicini e Sacchi. Non sono stato fortunatissimo, ma sono stato tanti anni a Coverciano, purtroppo non siamo riusciti a vincere. Vorrei essere un ct per bene, che riesca a riportare l'Italia dove merita, sul tetto del Mondo e d'Europa, non vinciamo l'Europeo da tantissimi anni, sarà il primo appuntamento importante. Vorrei essere quello che saprà ricostruire e riportare la Nazionale ad alti livelli. Ci sarà da lavorare molto, non sarà facile ma possiamo farcela".

Come sarà la Nazionale? Ci sarà Buffon?

"Se l'Italia ha vinto 4 Mondiali vuol dire che si può vincere anche se non si allena ogni giorno il gruppo, non credo che possa essere un problema. Giocatori bravi ci sono sempre stati, anche adesso ce ne sono. Magari un po' più giovani, magari ci vorrà più tempo, però credo che potremo mettere insieme un'ottima squadra. Con Buffon parleremo per la partita di Torino, poi vedremo, fino ad oggi ho avuto poco tempo".

Quanto è importante la Nazionale?

"La Nazionale è importante, si è visto con la mancata qualificazione al Mondiale, è stato un lutto. Può capitare un momento difficile, ci sono passate tante Nazionali. Bisogna avere rispetto anche dei club e dei giocatori, giocano tantissime partite, bisogna capire il momento quando si fanno le convocazioni. Dovremo cercare di avere una rosa di giocatori ampia, che ci consenta ogni tanto di far riposare qualcuno".

E' la sfida più difficile della carriera?

"Non so se sarà difficile, sicuramente se tu alleni un club quando non vinci i tifosi si arrabbiano con te, qui si arrabbiano 50 milioni di persone... Ma se vinci qualcosa di importante sarebbe una bella soddisfazione. La sfida non è semplice, ma non c'è nulla di semplice nella vita".

Sarà un ct che unirà?

"E' difficile che un ct metta d'accordo tutti, in Italia ci sono tanti tifosi e ogni tifoso la pensa a modo proprio. Spero di essere un ct che riporterà l'Italia alla vittoria di un trofeo importante".

Quale sarà il sistema di gioco?

"Difficile dire ora come giocheremo, voglio conoscere meglio alcuni giocatori che non conosco benissimo. Poi mi adatterò alle loro esigenze e decideremo quale sarà il modulo migliore per la squadra".

Qual è il problema più grande della Nazionale? Verranno riproposti gli stage?

"Se avremo la possibilità ne faremo, sopratutto per conoscere i giocatori più giovani. I giocatori giocano tante partite, giocano ogni tre giorni, quindi non è neanche così semplice. Dovremo essere veloci a trovare una base di squadra con un numero di giocatori che poi potremo usare. Le seconde squadre sono un'ottima cosa, sperando che giochino molti italiani".

I predecessori sono stati coinvolti in un discorso che comprendeva Under 21 e Under 20. Si concentrerà solo sulla Nazionale maggiore?

"Credo che il ct abbia l'obbligo di essere vicino alle Nazionali giovanili, poi ognuna di queste squadre avrà il suo allenatore, non posso disturbare il lavoro di altri colleghi. Seguiremo con molta attenzione l'Under 21".

Allegri ha detto che non vanno dimenticati i vecchi maestri: è d'accordo?

"Non ho ascoltato Allegri, quindi è difficile fare un ragionamento su questa cosa".

Cosa si sente di dire ai tifosi italiani?

"Credo che dovremo essere noi a riavvicinare la Nazionale ai tifosi, quando la Nazionale gioca e fa divertire i tifosi sono tantissimi e sono molto vicini. Dedizione e lavoro penso siano cose normali, chi arriva in Nazionale è un professionista serio. Voglio che chi arriva in Nazionale tiri fuori i sogni che hanno nel cuore".

Ci sarà spazio per Criscito?

"Ci sarà spazio per tutti quelli che faranno bene, nessuno non avrà possibilità di giocare in Nazionale. Chiaro che dovremo anche pensare a costruire una Nazionale per i prossimi anni, quindi l'età conterà. Criscito l'ho allenato quest'anno, è un bravissimo giocatore, vedremo".

Parlerà con De Rossi e Buffon?

"Sono giocatori che alla Nazionale hanno dato tanto, se lo meritano. Parleremo e capiremo le loro ambizioni, poi penseremo a giocare. I giocatori che saranno in condizione e che saranno miglioriavranno possibilità di essere chiamati".

Servono più i risultati o il bel gioco?

"Chi riesce a giocare bene e riesce a vincere è la migliore. E' difficile che una squadra che vince non giochi bene. Cercheremo di avere hiocatori tecnici per proporre un buon calcio".

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