ultimora

Mancini: “Che dialoghi con Boskov. La delusione? La finale di Champions. Su Ranieri…”

E' stato un fiume in piena, Roberto Mancini, intervistato dal Corriere dello Sport

Riccardo Fusato

E' stato un fiume in piena, Roberto Mancini, intervistato dal Corriere dello Sport: "ll migliore allenatore? Io, in fondo, non ho conosciuto tanti allenatori, perché ho avuto per molti anni Boskov e Eriksson. Credo che loro due siano stati gli allenatori dai quali ho appreso di più. Erano due tecnici di epoche diverse, con giochi e schemi tattici totalmente diversi. Boskov era un allenatore più tradizionale e Eriksson era uno degli allenatori del cambiamento, del gioco a zona. Ho avuto, come esperienza formativa, il massimo livello delle due scuole più importanti: il classico gioco a uomo all’italiana che tutte le squadre in Europa facevano e poi il rivoluzionario cambiamento della zona. Episodi divertenti?  Tantissimi ce ne sono, con Boskov. Una volta stava facendo la formazione e mi disse: “Ok allora tu Roberto vai in attacco” e io gli dissi: “No mister in attacco non gioco”. “Come non giochi?” “No, no io non gioco in attacco, devo giocare un po’ più indietro” “Ok ,allora tu punta libera”. Con Boskov uno li avrebbe potuti scrivere tutti, ne sarebbe venuto fuori un libro comico di duecento pagine. Mi ricordo il primo giorno che lui arrivò alla Sampdoria. Era stato allenatore del Real Madrid, mica poco. Il primo giorno in ritiro disse: “Allora noi rappresentiamo Sampdoria. Il Sampdoria è una grande squadra e noi da domani tutti i giorni con la barba fatta, la cravatta e senza occhiali”. Noi, che eravamo giovani, ci guardammo allibiti temendo un sergente di ferro. Invece durò due giorni. Scoprimmo subito che era una persona perbene, un grandissimo allenatore che poi ci fece vincere il campionato. Con lo stupore di tutti. Quali sono state la gioia più grande e la delusione più grande, da calciatore? E’ chiaro che la sconfitta della Sampdoria nella finale di Coppa dei Campioni con il Barcellona è stata devastante. Anche per come avvenne, nei supplementari. Io non ho mai più rivisto la partita perché fu una delusione troppo cocente. Sapevamo che per noi sarebbe stata l’unica ed ultima occasione per una finale così, per cui il rimpianto e la rabbia furono immensi. Ma questo fa parte dello sport, non si vince sempre. Io ho giocato venti anni ad alti livelli e non ho momenti brutti. Sono stati tutti belli, anche le sconfitte. Vialli? Con Luca e gli altri di quella mitica Samp eravamo una squadra giovane, sette otto giocatori della stessa età, siamo cresciuti insieme. La nostra gioventù l’abbiamo passata insieme. Io e Luca eravamo i due giocatori simbolo per la gente, perché eravamo gli attaccanti, i giocatori che facevano goal. Ma è riduttivo parlare solo di me e Vialli, per quella Sampdoria. Comunque siamo stati una bella coppia. Eravamo di carattere opposto, perciò andavamo d’accordo. Io giocavo per lui, perché era la nostra punta di diamante, quello che faceva gol. In quel tempo tutto era bello, anche i ritiri. Perché eravamo ragazzi che scoprivano la vita, la conoscevano insieme, facevano per lavoro un gioco. Eravamo felici, enormemente felici. Com’ era il presidente Mantovani? Mantovani era un uomo di un altro mondo. Era un genio. Era una persona perbene, era uno che capiva le cose dieci anni prima degli altri. Un presidente perfetto. Non ha mai fatto una polemica, non ha mai fatto un’intervista sbagliata contro un allenatore o contro un giocatore. Un uomo di altri tempi. Della vicenda Ranieri che ne penso? Penso che abbiano sbagliato. Perché Ranieri ha fatto una cosa che non avverrà più nei prossimi mille anni. E ra più giusto retrocedere con Ranieri per poi tornare di nuovo in Premier League. Perché in Inghilterra non è che facciano un dramma se retrocedono un anno. Poi non è detto che sarebbero retrocessi con Ranieri. Ma lui ha scritto una pagina, per quella squadra e quella comunità, che resterà per sempre nella loro storia. Avevano il dovere di trattarlo in un altro modo. Il gol più bello che ho fatto da calciatore qual è? Quello a cui sono più affezionato? Io sono affezionato a due gol. Quello di tacco a Parma e un gol al volo a Napoli quando con la Samp vincemmo lo scudetto. Vincemmo 4 a 1 contro il Napoli di Maradona"

(Corriere dello Sport)

tutte le notizie di