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Massaro: “Milan, occhio a Perisic e Brozovic. Quante botte da Bergomi e Ferri nei derby”

L'ex attaccante del Milan ha parlato della sfida di domani sera con l'Inter

Andrea Della Sala

L'ex attaccante del Milan Daniele Massaro, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato del derby e dei pericoli in casa Inter:

Ha rifiutato la Juve, ha fatto cambiare idea a Sacchi e poi?

«Ho detto di no all’Inter. Ero al terzo anno di contratto e Pellegrini mi offrì il doppio dello stipendio, ma non sarei mai passato dall’altra parte».

Meglio sfidarli e magari batterli con un suo gol. Che cos’è il derby per Massaro?

«Quella partita per la quale non è ammissibile la parola “sconfitta”. Prendete il primo gol che feci in un Milan-Inter. Era il terzo di un 3-0, eppure ho goduto come un matto: in quel momento realizzai che erano definitivamente al tappeto e non avrebbero più recuperato».

Poi sono arrivate le reti pesanti. Altre 2, su 18 sfide con i nerazzurri in carriera. Partiamo dalla prima: Milan-Inter 1-0 del 18 aprile ’92. Massaro all’89’.

«Forse la mia più brutta partita di sempre. Non l’ho mai presa. Poi Fuser va sulla fascia e io scivolo mentre sto per scattare: Ferri, che mi marca, si gira, non mi vede e si sposta. Io mi rialzo, spunto dal nulla, colpisco di testa e San Siro esplode».

Derby del 20 marzo ‘94, 2-1. Ancora Massaro, ancora all’89’.

«Entro sull’1-0 per noi. Calcio d’angolo per l’Inter, mi distraggo e lascio sfilare un pallone che Schillaci infila alle mie spalle: 1-1 all’86’, un dramma. Tre minuti dopo mi sono fatto perdonare: palla lunga, stop di petto, sinistro e 2-1. Fantastico, anche se dovetti sentire i vaffa di Galliani: era andato via dopo il pari e quando segnai era in taxi, esultò alla sua maniera e si diede una gran botta alla testa».

Come preparava i derby?

«Da Milanello a San Siro mi addormentavo sul pullman... (ride, ndr). Riuscivo ad essere concentrato quando contava senza farmi prendere dall’agitazione. La nostra forza era anche quella: la consapevolezza di potercela fare si materializzava alla fine dell’ultimo allenamento del sabato. E quei 90 minuti erano una liberazione: a Milanello, con Sacchi e Capello, erano battaglie, le botte che prendevi contro l’Inter erano nulla in confronto... Il segreto per vincere un derby è prepararlo in maniera maniacale, mentalmente e fisicamente».

Meglio Higuain di Icardi?

«Mauro è cresciuto molto. Da un anno ha smesso di giocare per sé e aspettare in area, ora è in simbiosi col gruppo. Ma mi tengo Gonzalo, più completo».

L’avversario più tosto nei suoi derby e nella sfida di domani?

«Ai miei tempi Bergomi e Ferri: ne ho prese tante, per fortuna loro non c’era la Var (risata, ndr)... Domani occhio a Perisic e Brozovic: si alzano la mattina e dicono “Oggi faccio la differenza”. Se succede, non li prendi mai. Ma noi abbiamo Suso, quando si accende sono dolori per l’Inter».

Il derby che risposte può dare?

«È la gara della svolta. Se batte l’Inter, il Milan decolla e la stagione pure».

E la batterà?

«Per natura sono un ottimista...».

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