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Milanese: “La mia Inter era una famiglia, tutti umili. Ci godevamo Ronaldo e…”

L'ex nerazzurro si è raccontato ai microfoni di Inter Channel.

Simona Castellano

Mauro Milanese si è raccontato ai microfoni di Inter Channel.

Queste le parole dell’ex nerazzurro: “Avevo firmato per cinque anni per il Parma, poi a gennaio è arrivata la chiamata dell’Inter, sono venuto qui nell’Inter di Ronaldo e mi sono divertito. Gol con la maglia dell’Inter?Ronaldo ha fatto fare gol a tutti, persino a me. Quell’anno lì fu straordinario, ce lo godevamo in partita, ma anche in allenamento per i numeri che faceva, faceva delle cose che nessuno riusciva a fare, sono anche difficili da spiegare. Era il più forte giocatore del momento e per me anche il più forte con cui ho giocato, nonostante poi negli altri anni ci fossero poi anche Pirlo, Zamorano, Baggio. Avevamo una difesa italiana non fatta di tanti nomi altisonanti ma era cattiva, concentrata, che ci ha portato a vincere la Coppa Uefa, abbiamo sfiorato lo scudetto - poi rigore con la Juve - e lo avremmo anche meritato quell’anno. Ronaldo valeva il biglietto da solo, c’era sempre lo stadio pieno. Difesa? Giocavamo quasi sempre a uomo, con Bergomi libero e si andava a far male gli avversari con marcatura, grande attenzione, dovevamo fare grande sostanza, poi mettevi palla davanti e c’erano Djorkaeff, Ronaldo, Zamorano, Pirlo, Simeone, tante alternative insomma. Forse questa è la terza Inter ricordata: il Triplete non si può non mettere al primo posto, poi l’Inter dei Record e quella di Ronaldo viene forse ricordata come terza dai tifosi. Ronaldo? Faceva la differenza in tutto, come gol, forza, allegria, sentiva attaccamento alla maglia, il calcio oggi è più commerciale, fatto di marketing. Anche prima però c’era, Ronaldo era il primo che guadagnava bene con la Nike. Lui ha avuto le prime scarpe innovative, poi anche i capelli, i bambini lo emulavano. Si è provato tanto affetto per quell’Inter, tanta passione. Ancora andando in giro per Milano noto che la gente la ricorda con tanta passione. Spogliatoio? Forse, come ho detto prima, in difesa non c’erano nomi altisonanti come negli altri reparti, ma la nostra difesa italiana aveva grande importanza. I difensori hanno costanza, devono avere cattiveria e concentrazione duratura. Il difensore deve stare concentrato e attento 95 minuti, perché se ti distrai un attimo e il tuo uomo fa gol prendi 5 in pagella. Poi comunque è il mix giusto a fare la differenza. In tutti i reparti avevamo giocatori fondamentali, importanti, umili e riuscivamo a fare gruppo anche se eravamo di tante nazionalità, eravamo amici, ci aiutavamo tanto anche fuori. Eravamo veramente una famiglia, Simoni era il papà della famiglia, poi c’era Moratti. Si respirava un’aria familiare, di casa, Moratti veniva agli allenamenti, Simoni parlava ai giocatori come si parla a un figlio, questo crea coesione, rispetto reciproco. Ricordo? La discesa fantastica di Ronaldo che scarta tutti e poi realizza l'assist per me. Avere l'onore di fare gol su assist di Ronaldo non capita a tutti, forse è il più bel ricordo che ho. La vittoria della Coppa Uefa e i festeggiamenti di Parigi comunque sono stati unici". 

(Fonte: Inter Channel)