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Ordine: “Icardi, il Vietnam dell’Inter. Da Totti a Maurito: Spalletti non sa stare senza nemico”

Il giornalista ha parlato del caso che da tempo tiene banco in casa Inter

Andrea Della Sala

In casa Inter non si parla d'altro che del caso Icardi, nonostante oggi ci sia una partita difficile e importante contro il Cagliari. Del duello di ieri tra Spalletti e l'attaccante argentino ne ha parlato il giornalista Franco Ordine sul Corriere dello Sport:

"Il caso Icardi è diventato il Vietnam dell’Inter. Sembra quasi impossibile mettere fine alla guerra scatenata da dichiarazioni e lettere pubbliche che hanno scandito ieri non la vigilia di un viaggio impegnativo a Cagliari ma una sorta di regolamento di conti tra il tecnico Spalletti e il suo ex capitano, degradato e messo in un angolo. «Icardi? Da oggi in poi parlerò solo di chi ha a cuore le sorti dell’Inter» la frase del tecnico toscano che ha avuto l’effetto di scatenare l’ennesima reazione".  

"Può darsi che nella preparazione della sua conferenza, Luciano abbia inteso così difendere il proprio gruppo, chiudendo il recinto dello spogliatoio e lasciando fuori il degradato e ammutinato argentino. Può darsi. Bisogna concedergli il beneficio dell’intervento. Di sicuro ha preparato anche la battuta feroce sul «capezzolo trasformato in braccio» nella ricostruzione fiorentina di Pioli: era l’ultima concessione alla polemica acida che ha avvelenato il dopo Fiorentina-Inter di domenica notte.  Ma a furia di lanciare petardi nel campo nemico, una reazione doveva pure aspettarsela Spalletti, oltre che l’Inter che ha lasciato il governo dello spinoso caso al proprio allenatore, abituato da troppo tempo, a Roma come a Milano, a scegliersi un nemico domestico, invece che ritagliarsene uno fuori dai confini di Appiano Gentile. Ieri Totti, il monumento, lo storico capitano, oggi Icardi il giovane capo-popolo interista premiato da Mancini che di recente ne ha segnalato le qualità e la correttezza dei comportamenti".  

"Nella sua lettera, destinata al popolo neroazzurro, Icardi ha ricordato un paio di fatti, inattaccabili (aver resistito alle offerte allettanti arrivate da Torino l’estate scorsa e aver giocato in condizioni fisiche non proprio ideali per via dei dolori al ginocchio) come solo i fatti sanno essere, prima di dedicare la stoccata finale a Perisic. C’è un retrogusto romantico nelle frasi di Icardi, una sorta di reazione orgogliosa dell’innamorato respinto, all’improvviso e senza motivo, a dispetto di ripetuti attestati di amore. L’Inter, e Spalletti, hanno scelto il croato invece del capitano, colui il quale non più tardi di un mese fa, a gennaio, ha chiesto inutilmente di essere ceduto e probabilmente tornerà a farlo nella prossima estate quando ci sarà davvero un acquirente interessato e non invece una chiacchiera in libertà.  

E allora il punto finale di questa assurda guerra, disputata sulla pelle dell’Inter, della sua proprietà e dei suoi tifosi, è sempre lo stesso: possibile non si possa guadagnare una tregua, trovare un accordo di corta durata, qualche mese appena, per raggiungere l’obiettivo dichiarato del terzo posto prima di liquidare il Vietnam dello spogliatoio e sancire il primato del club sugli egoismi e sui personalismi?".

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