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Palmeiras, Melo si presenta: “Io faccio il lavoro sporco. Qui mi sento protagonista”

L'ex nerazzurro è stato presentato oggi dal club brasiliano a giornalisti e tifosi e ha parlato dei suoi pregi e dei suoi difetti

Eva A. Provenzano

Per Felipe Melo è cominciata una nuova avventura al Palmeiras e il club brasiliano oggi lo ha presentato a stampa e tifosi. L'ex nerazzurro, che indosserà la maglia numero 30, ha risposto alle domande dei giornalisti, ha sottolineato che non si preoccupa troppo di dare uno schiaffo in faccia, se necessario per vincere, ai propri avversari, ma ha anche specificato di non essere un violento. Ecc in sintesi le sue parole: "Sono stato espulso meno di Fernandinho, ma non ho detto niente. E' che Felipe Melo fa una cosa e bum si dice che Felipe Melo fa male. Molti di voi giornalisti, nei vostri programmi tv, invece di far passare le mie azioni fate vedere le mie espulsioni nel 2009 o nel 2010, ma nessuno vede cosa di buono faccio o i trofei che vinco. Felipe Melo non è solo picchiare, ma è anche tecnica. E' questo che mi ha fatto restare in Europa per 12 anni. Se c'è da picchiare duro in campo io mi batto. Se si deve dare uno schiaffo lo do. Si può stare certi che nell'uno contro uno anche se ci sarà da dare un pestone difenderò i colori del Palmeiras".

QUALCUNO LO DEVE PUR FARE - L'ex giocatore nerazzurro ha anche lasciato intendere che chi lo critica lo fa per invidia: "In primo luogo ringrazio Dio per l'opportunità potere di indossare una maglietta così importante come quella del Palmeiras. Sono molto onorato. Sono io per primo ad avere grandi aspettative su di me. Per quanto riguarda gli aspetti negativi si parla molto delle espulsioni, ma ne ho presa una ogni 50 gare. Credo che sia normale per un centrocampista incaricato di fare il lavoro sporco. Poi dipende da chi mi critica perché c'è chi m voleva nella sua squadra e non mi ha avuto quindi è geloso. Sono al Palmeiras per dare una mano e per essere aiutato. Non sono meglio di chiunque altro. Ma questo club ha fatto uno sforzo per avermi e per farmi sentire importante e responsabile. Quando Mattos mi ha chiamato mi ha detto che la squadra sarebbe stata assemblata per vincere in tutte le competizioni e non solo nella Coppa Libertadores. Questa squadra gioca sempre per vincere. Sappiamo che è un lungo percorso, pieno di avversità, ma ho fiducia nel buon lavoro. Sono arrivato in una squadra che ha una storia e non è per tutti, qui mi sento un attore protagonista e questo è molto importante per me".

(Fonte: espn.uol.com.br)