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Pioli alla Fiorentina? Non è più così sicuro. Per i viola spunta Mazzarri?

La Fiorentina non può aspettare oltre, la società viola ha bisogno, con urgenza, di definire la vicenda allenatore

Riccardo Fusato

La Fiorentina non può aspettare oltre, la società viola ha bisogno, con urgenza, di definire la vicenda allenatore. Fra pochi giorni se ne andrà Paulo Sousa, senza lasciare nostalgie, e Pantaleo Corvino ha la necessità assoluta di presentare il nuovo tecnico ai fratelli Della Valle e di iniziare (anzi perfezionare visto che il direttore dell’area tecnica ha già fatto partire il nuovo calcio mercato) a lavorare sulla squadra della prossima stagione. Da settimane al primo posto fra i papabili alla successione di Sousa si era installato Stefano Pioli. Con cinque anni da viola come giocatore, con una buona esperienza nel calcio italiano, con l’indiscutibile fisico del ruolo, elementi fondamentali considerate le esigenze da sempre mostrate dai fratelli Della Valle. Ma con un punto interrogativo sulla testa: è ancora legato a Zhang Jindong, presidente del gruppo Suning e proprietario dell’Inter. E’ vero che i nerazzurri hanno posto fuori dalla panchina di San Siro, Pioli, ma esiste ancora un anno di contratto, ovvero fino al 2018, insomma è urgente una transazione e per una cifra niente affatto trascurabile. Si tratta di un intoppo che i viola non si aspettavano.  Ed ecco che di colpo sono riapparse due ipotesi che, per la verità, mai erano state declassate. Claudio Ranieri è un candidato di...pietra, nel senso che sono anni che sta lì, fra quelli che hanno sostegni importanti. Ma ecco che si è invece sbloccata la situazione di Mazzarri. Altro ex, in questo caso giocatore. Piccolo re della Primavera, dove era stato promosso come “nuovo Antognoni”. Capelli lunghi e bei lanci, una fotografia che aveva colpito l’immaginazione dei fiorentini. Se Ranieri è l’esperienza e il «buonricordo», Mazzarri è un allenatore «tosto», magari poco morbido, uno al quale non piace più di tanto piacere. Uno antipatico? Magari a Firenze ci vorrebbe proprio un allenatore così. Il tempo dei sorrisi e dei selfie è finito, meglio brutti ghigni e battaglie senza esclusione di colpi e Mazzarri è sicuramente un modo indiscutibile di tumulare il ricordo di Sousa. Poi c’è sempre un terzo nome, quello di Guidolin, comunque con le sue credenziali e soprattutto l’allenatore che era stato messo sotto la lente d’ingrandimento prima dell’arrivo di Cesare Prandelli.

(Corriere dello Sport)

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