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Sogliano: “Dialogo coi tifosi indispensabile. Sospendere la partite? Non risolve il problema”

L'ex ds del Varese ha parlato dei recenti fatti relativi ai tifosi

Andrea Della Sala

Del tifoso morto durante gli scontri prima di Inter-Napoli, Daniele Belardinelli, ha parlato l'ex ds del Varese Sean Sogliano:

«Non voleva che il Varese giocasse col Lumezzane, ma così avremmo perso la gara. Eravamo da un anno in C 2 dopo due salti di categoria dai dilettanti e c’era entusiasmo. Presi un rischio, perché nessuno attorno a me aveva esperienze di quel tipo. Per fortuna non sì rovinò l’ambiente».

In che senso?

«Sfiorammo la A nel 2011-12 e anche il rapporto coi tifosi si rasserenò: anche con lo stesso Daniele Belardinelli. Non so se fosse un delinquente o un santo, ma tutto tornò tranquillo».

Lo rifarebbe?

«Certo. Credo sia indispensabile dialogare coi tifosi. Solo così puoi capirli e distinguere le mele buone da quelle marce».

Il rischio è di scendere a patti.

«Mai, la vita mi ha insegnato che è bene guardare negli occhi chi ti è di fronte, solo così puoi instaurare rapporti corretti».

Con quali risultati?

«Per gli ultrà il rispetto viene prima di tutto. Il segreto è proprio quello di ottenere la loro fiducia senza piegarsi mai».

Altre esperienze difficili?

«In piazze importanti come Verona e Bari ho conosciuto i leader delle curve ed è andata bene, non per caso. Il patrimonio di passione dei fan più accesi va valorizzato, non perseguito: a tutti i livelli. Se ci allontaniamo troppo dagli ultrà rischiamo di non capirne più le ragioni».

Ma i violenti sono ormai troppi.

«Allora organizziamoci per mandare in galera chi sbaglia. Come fanno in altri Paesi».

Intanto blocchiamo le trasferte.

«Non basta più. Tanto si danno appuntamento fuori dagli stadi per accoltellarsi. E poi i Daspo sono un boomerang. Nel loro codice d’onore i daspati sono eroi. Quei provvedimenti servono a poco: la prova dagli ultimi tragici fatti».

A che soluzioni pensa?

«Più collaborazione tra club e forze dell’ordine. Solo così si può isolare chi frequenta gli stadi per torbidi interessi».

Anche i buu a Koulibaly sono una brutta macchia.

«Anche in questi casi servono misure forti per i responsabili: ormai con le telecamere chi fa partire certi cori può essere individuato facilmente. Non illudiamoci di risolvere il problema con la sospensione delle partite. Perché, allora, i soliti noti userebbero i buu come arma di ricatto verso i club».

Vede tutto nero.

«Ho 47 anni e ho sempre vissuto il calcio in prima linea. Ne ho viste di tutti i colori e ritengo che per svoltare occorra una presa di coscienza di tutti».

Di chi in particolare?

«È sbagliato credere che il nostro sia solo un mondo di gente superficiale. I dirigenti devono fare la loro parte, con più coraggio e lungimiranza. Ma non deve rimanere tutto sulle loro spalle, anche la società civile deve dare il contributo».

Il ministro Salvini vuole aprire un tavolo: che ne pensa?

«Se è un modo per far conoscere i nostri problemi al mondo della politica, ben venga. Io sono per i fatti, non per le parole. Ma quando il confronto è costruttivo può portare a soluzioni. Se ci si guarda negli occhi».

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