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Vecchi: “Triplete merito di tutti, andrò via solo se arriva un’occasione valida. Rover…”

Il tecnico della Primavera nerazzurra ritorna sul trionfo di sabato sera e parla del suo futuro

Fabio Alampi

L'ennesimo trionfo sulla panchina della Primavera dell'Inter, il futuro che potrebbe chiamarsi Venezia: è Stefano Vecchi il grande protagonista dell'ultima settimana: "Anch'io vorrei sapere cosa succede. Davvero, ancora non so. Leggo di società interessate, però al momento nessuno mi ha contattato. Magari aspettavano la fine delle finali. Vedremo nei prossimi giorni se qualcuno si farà sentire".

Cos'è che può fare la differenza nella sua scelta?

"Con la società siamo d'accordo: se capiterà un'occasione che reputerò valida, andrò via. Ma so benissimo quello che è l'Inter per me: ci sono cresciuto, ci sono tornato, mi ha messo a disposizione tutto per lavorare nel migliore dei modi. E abbiamo vinto tanto insieme, per cui prima di andare via ci penso bene. E già negli anni scorsi ho rifiutato proposte dalla B".

Magari una possibile squadra B potrebbe fare la differenza?

"Non si sa ancora nulla, però sarebbe uno stimolo nuovo, qualcosa di diverso. Vorrebbe dire tornare ad allenare i grandi, fare uno step in più nella carriera. Ma l'anno prossimo ci sarebbe da giocare la Youth League in modo diverso, partendo dalla fase a gironi, e sarebbe una motivazione nuova. Ripeto, non si tratta di dire cosa deve fare l'Inter per trattenere Vecchi, ma cosa capita di altro. Se arriva un'offerta valida sarò libero, altrimenti resterò con il solito entusiasmo e la voglia di migliorare".

E allora parliamo di questa piccola grande impresa.

"Ripetere la vittoria dello scudetto non è facile. Il merito va diviso con la società che mi mette a disposizione giocatori forti, con il mio staff per il lavoro straordinario e con i ragazzi: è stata una grande stagione".

Ricca di impegni e molto lunga, con la novità della Youth League.

"Alcuni ragazzi hanno giocato quasi 50 partite e quelli che sono stati impegnati i nazionali sono arrivati a 60. E anche in finale hanno dato ancora l’anima per vincere".

È arrivato il Tripletino…

"Ed è una grande soddisfazione. Abbiamo portato a casa per la prima volta la Supercoppa, che era l'unico trofeo che mancava alla società. E anche rivincere il Viareggio è stato importante: resta un torneo prestigioso, soprattutto per i giocatori. Ma il vero obiettivo era il campionato: il nuovo format ci ha costretto a giocare 30 partite molto impegnative. Lo scorso anno c'era euforia per il titolo, ora grande consapevolezza".

Ci sono giocatori pronti per la prima squadra?

"Essere pronti per l'Inter a 19 anni è difficile, ma abbiamo una rosa di qualità. È vero, nessuno ha fatto partite in A, ma leggere che l'Inter ha un tesoretto grazie ai giovani e che con le loro plusvalenze può non incorrere in sanzioni Uefa è una grande vittoria. Come se avessero giocato tutti in A".

Un grazie speciale va a?

"Rover lo merita. È stato importante per tutta la stagione e in queste finali, viste le assenze, era l'unico che poteva darmi la scintilla partendo da fuori, pur meritando di giocare titolare. L'ha capito e ha messo la squadra al primo posto. E il gol nella finale è il giusto premio".

(La Gazzetta dello Sport)

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