CROLLA LA SUPERLEGA

Agnelli: “Superlega, benefici per tutto il calcio. Abbiamo agito nella legalità”

Fabio Alampi

Presidente, era pronto ad affrontare un rimbalzo così negativo in termini di immagine personale? E quando sabato scorso Ceferin ha provato invano a telefonarle s’era improvvisamente scaricata la batteria del suo cellulare?

"Avevo messo in conto che ci sarebbe stata una reazione di questo tipo. Per quanto riguarda i dettagli e le dinamiche di vita personale preferirei non commentare perché si commentano da soli. La volontà politica di un cambiamento nella direzione della lega dei più forti si manifesta da venti, trent’anni. Non abbiamo inventato l’acqua calda. Quello che non si è compreso è il terribile impatto della pandemia sul mondo del calcio. La massima istituzione del calcio europeo a dicembre del 2020 pensava che la pandemia non avrebbe fatto danni, se non ci crede vada a rileggersi il verbale. Ribadisco che la Uefa non corre alcun rischio nell’attività che regolamenta, ne trae solo benefici. Loro gestiscono i nostri diritti, li vendono, decidono quanti ridistribuirne, e ci regolano. La riforma del 2019 era una proposta Uefa, appena hanno sentito un minimo di rumore sono scappati. Parlano di distribuzione e ridistribuzione dei ricavi che noi generiamo e questo può essere fatto in modo molto migliore. Senza andare a individuare joint venture con Alibaba sulla pelle di United, Real Marid, Juventus eccetera. O sono regolatori o sono promotori commerciali. Scelgano cosa vogliono essere. Tutti noi nasciamo come un gioco e abbiamo statuti e regole del gioco, ma non possiamo più lanciare il dado e vedere che numero esce, oggi siamo un’industria da 25 miliardi. Nel mondo dell’automobilismo o sei Fia o sei Fom".

Lei figura tra i firmatari delle due lettere contro il presidente della Lega Dal Pino. Qualcuno sostiene che il vero obiettivo fosse - meglio, sia - il presidente federale Gravina, il garante del sistema Italia.

"Prima dell’ultima lettera inviata ho chiamato Dal Pino, un atto di cortesia. “Paolo, noi ci siamo trovati in una situazione di stallo” gli ho spiegato “questo stallo deriva dalla gestione della proposta dei fondi. Non aver mai più portato, dal 3 febbraio al 26 marzo, quel tema all’ordine del giorno ha fatto sì che si creasse una spaccatura di fatto. Il presidente è una figura di garanzia e a nostro giudizio non ha svolto questo ruolo nella buona e sana gestione della Lega".

La Lega ha un amministratore, De Siervo, che stava portando avanti la linea delle sette società del blocco di minoranza.

"Sono d’accordo, ma riportare un tema all’ordine del giorno è un potere del presidente, e questo è un fatto oggettivo. Bastava porre all’ordine del giorno la domanda: interessano ancora i fondi?".

Se Sky, che detiene i diritti della Champions per i prossimi tre anni, così come Mediaset per il chiaro, e Dazn che ha investito oltre 2 miliardi e mezzo sulla serie A, si ritrovassero a trasmettere prodotti impoveriti, come pensa che si comporterebbero?

"In Inghilterra erano convinti di avere altre squadre in zona Champions e si ritrovano con Leicester e West Ham. Le televisioni che fanno? Non pagano? Ripeto, il punto è la stabilità".

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