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Antonello: “Inter, missione Champions. Gagliardini primo colpo Suning. Su Moratti…”

L'amministratore delegato del club nerazzurro ha parlato in vista della sfida di domenica contro gli orobici

Andrea Della Sala

Domenica sera l'Inter affronterà l'Atalanta e dovrà cercare di ripartire con i tre punti dopo il mezzo passo falso con il Torino. Sarà una gara speciale per l'amministratore delegato dell'Inter, Alessandro Antonello, bergamasco, ma interista fin da piccolo. Intervistato da L'Eco di Bergamo: «Abito sul viale, proprio sotto le Mura. Quando mi sveglio, mi riempio la vista di Città Alta. E che il legame con Bergamo, sia personale che di tutta la mia famiglia, è indelebile. Ma sono interista fin da bambino. Il mio cuore sempre nerazzurro è, ma dal lato milanese. Ci tengo a ribadirlo».

E allora, già che c'è, non potrebbe anche fare il tifo per l'Atalanta?

"Sono interista fin da bambino. Avevo 6 anni quando Fabrizio, che ne aveva 12, mi portò, con un amico di famiglia, a San Siro per la prima volta. Troppo interista tutto il mio entourage di allora perché non lo diventassi anche io".

Però Bergamo è una città democratica, in tema di calcio. Per molti, "c'è solo l'Atalanta". Non teme di passare per traditore?

"Traditore, nello sprt, non si dovrebbe neanche pensare. La mia cultura, che deriva dai tempi dell'agonismo praticato in piscina, non contempla prese di posizione e comportamenti estremi".

Ma Inter-Atalanta, per lei, mica sarà una partita come le altre...

"Il mio cuore sempre nerazzurro è, ma dal lato milanese. Ci tengo a ribadirlo".

Normale, altrimenti la proprietà cinese dell'Inter la sostituisce in un quarto d'ora.

"Suning Holding Group, la proprietà cinese, mi conosce bene. Mica sono stato paracadutato per caso a fare l'amministratore delegato. Quando è stato preso Spalletti, ero già direttore operativo".

Insomma lei rivendica la sua interistità, se così può dirsi.

"Negli anni settanta, quando il Meazza era suddiviso in Distinti e Popolari, io c'ero. Era l'Inter casereccia di Ivanoe Fraizzoli e di Giacinto Facchetti".

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