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Brocchi: “Ramires è un giocatore che fa la differenza. Zhang? Lui vuole primeggiare…”

Il vice allenatore di Capello allo Jiangsu ha parlato del possibile acquisto dell'Inter e del patron di Suning

Andrea Della Sala

L'Inter lavora per cercare di portare a Milano, dallo Jiangsu, Ramires. A guidare la formazione cinese, insieme a Capello, c'è anche Cristian Brocchi. L'ex allenatore del Milan ha parlato del centrocampista brasiliano, ma anche delle ambizioni di Zhang.

Brocchi, iniziamo da Ramires. Che tipo di calciatore è il brasiliano? 

«Un grande giocatore perché ha tutto: grandi doti atletiche, tempo degli inserimenti oltre a qualità tecniche notevoli». 

Com’è come ragazzo? 

«Solare e positivo. Nello spogliatoio porta grande voglia di vincere e il peso della sua esperienza». 

Sa che Spalletti lo vorrebbe per la sua Inter? 

«Anche a noi serve molto Ramires perché è uno che fa la differenza». 

Cosa pensa del lavoro di Spalletti finora? 

«I risultati che sta ottenendo sono sotto gli occhi di tutti. Non mi ha mai allenato, ma lo conosco dai tempi in cui sono stato a Firenze. E’ un tecnico che ti sta sempre vicino e che ti fa stare sempre sereno perché quando hai bisogno lui c’è sempre e ci mette sempre la faccia per proteggere la squadra. Se lo segui, i risultati arrivano».  

Più facile che sia Spalletti o Capello a far vincere il primo campionato a Suning? 

«Più facile che ci riesce Spalletti. Il Jiangsu è indietro rispetto all’Evergrande che in Cina vince da qualche anno perché ha una squadra completa e rinforzata con grandi colpi. L’Inter deve vedersela con Juventus e Napoli, ma negli scontri diretti ha dimostrato di potersela giocare alla pari». 

L’ambizione di Jindong Zhang, però, è chiara: vincere. 

«Su questo nessun dubbio: lui nel mondo del calcio vuole primeggiare. Ha obiettivi grandi, una cultura del lavoro importante e pensa che attraverso questa le sue squadre raggiungeranno risultati prestigiosi». 

Da Nanchino lei avverte il legame tra Inter e Jiangsu? 

«Relativamente perché si tratta di due realtà tanto distanti, ma c’è la presenza di Sabatini, che lavora sia per una sia per l’altra squadra, che ci ricorda che un legame c’è. Con Walter abbiamo un filo diretto anche quando non è a Nanchino. Poi, se l’Inter vince chiaramente siamo contenti». 

Che bilancio fa della prima vostra stagione al Jiangsu? 

«Credo più che soddisfacente. Siamo arrivati con la squadra che era ultima e ci siamo salvati. La prossima stagione sarà migliore». 

Se potesse tornare indietro, direbbe ancora di sì a Suning? 

«Certo perché sto vivendo una bella esperienza. Lavorare all’estero ti allarga gli orizzonti e ti fa crescere. Professionalmente e umanamente». 

Com’è l’impero di Suning visto da dentro? 

«Un qualcosa che da distanza si fatica a capire. Sono organizzatissimi, hanno mezzi e conoscenze. Nei prossimi anni otterranno grandi risultati anche perché stanno importando il know how dell’Inter e quello di un allenatore del valore di Capello». 

(Corriere dello Sport)

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