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Chivu: “Mi voleva il Real, ma avevo già  scelto l’Inter. Il Triplete e Mourinho…”

Il caschetto nerazzurro più famoso. Pure lui ha fatto la storia dell’Inter, fuori ruolo, non al centro della difesa, ma a sinistra dove lo aveva rifilato Mourinho nel 2010 e lì ha vinto tutto. Cristian Chivu ha rilasciato...

Eva A. Provenzano

Il caschetto nerazzurro più famoso. Pure lui ha fatto la storia dell'Inter, fuori ruolo, non al centro della difesa, ma a sinistra dove lo aveva rifilato Mourinho nel 2010 e lì ha vinto tutto. Cristian Chivu ha rilasciato un'intervista al sito di Gianluca Di Marzio. Ed ecco cosa ha detto:

VITA - "Volevo fare il calciatore da bambino, mio padre lo era e allenava a basso livello. La fascia di capitano a 21 anni all'Ajax è stata una responsabiità importante e mi è servita a crescere umanamente". 

LA ROMA - "Era il mio sogno giocare in Italia, potevo scegliere tra due grandi squadre e Capello mi convinse a scegliere quella giallorossa, non si può dire no ad un allenatore così. Pietro Chiodi mi ha dato una grossa mano, per me è ancora come un fratello. Lì ho vissuto quattro anni fantastici che ancora oggi mi porto nel cuore, ho sempre dato tutto come in ogni squadra nella quale ho giocato". 

INTER - "C'erano su di me Barcellona e Real, non mi è piaciuto come la Roma ha trattato con il Real e io ho rifiutato di andare in Spagna. Avevo già scelto l'Inter e la società giallorossa lo sapeva. Volevo restare in Italia e vincere lo scudetto. Nel 2010 eravamo i più forti, il Triplete mi ha dato grandi emozioni. Strada facendo ci siamo resi conto che potevamo fare la storia. E' stato un traguardo fantastico e solo ora mi rendo conto di quello che abbiamo fatto veramente. Mourinho è uno che studia i dettagli, ci è stato molto vicino come giocatori e come uomini. Sa quello che vuole nella vita e tutti lo seguono". 

L'INCIDENTE - "Ho avuto tanto paura e non sapevo se sarei mai tornato normale, ero preoccupato per il mio futuro. Per fortuna i medici che ho incontrato mi hanno salvato la vita e sono tornato a giocare. Mia moglie mi è stata molto vicina. Nonostante i tanti infortuni ho messo l'uomo davanti al calciatore e mi reputo una persona fortunata per ciò che ho avuto. Ora voglio godermi la mia famiglia e recuperare il tempo perso. Vorrei anche cominciare i corsi per fare l'allenatore".