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Conte torna in Italia, per l’Inter è tentazione fortissima. Mou più dietro e Spalletti…

Le ultime sul futuro della panchina nerazzurra

Daniele Vitiello

Il nome di Antonio Conte rischia di entrare in gamba tesa su uno dei tecnici di quasi tutte le big del nostro campionato. Inter inclusa, come spiegato da Alfredo Pedullà sulle pagine del Corriere dello Sport: "Il contenzioso con il Chelsea entrerà nel vivo in queste ore, ballano una ventina di milioni, ma intanto sta scadendo un contratto. L’anno sabbatico non prevede supplementi di relax. Soprattutto: le panchine d’Europa sono ormai al completo, dopo il rinnovo di Solskjaer con il Manchester United (ad Antonio sarebbe piaciuto). Quindi, casa dolce Italia. Le sponde sono tre: la Juve, dipenderà da Allegri e non solo; l’Inter in rialzo da sempre per il semplice motivo che c’è Marotta di stanza; il Milan che dovrebbe sprofondare in questo finale di stagione per discutere Gattuso. Altri accostamenti? La Roma ci ha pensato, come sta pensando a Sarri, per il momento sondaggi. Chi vincerà la volata per Conte? Chi deve ricostruire e propone un budget quasi illimitato, quindi la selezione potete farla voi. A lui piace prendere un’auto finita nel burrone per riportarla su senza carro attrezzi".

Questa la situazione, al momento, di Luciano Spalletti: "Certo, mantenere il terzo posto, comunque non scivolare oltre il quarto, è il minimo sindacale. Ma se ad agosto 2018 avessero detto: Juve punti 75, Inter punti 53, in tanti avrebbero stentato a crederci. L’abisso. Ora è vero che Spalletti ha un contratto fino al 2021 e che la nuova tendenza di Suning, potenza di fuoco, sarebbe quella di non scaraventare i soldi dalla finestra, ma noi aspetteremmo la fine della stagione, almeno un altro mese. Per capire l’aria che tira, soprattutto come tira. Conte è una tentazione fortissima, più di Mourinho oggi. Se vogliamo una partita di andata e ritorno perché l’Inter aggancerebbe la guida dei sogni, don Antonio ripartirebbe non da un trionfo (nerazzurro) ma da una specie di rifondazione. Ora che le sirene d’Europa non squillano più, fino a prova contraria che almeno oggi non c’è, ricordiamoci di quel rapporto con Marotta. Speciale, retrodatato, eventualmente di prospettiva".