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Cordoba: “Dura stare fuori dal campo, ma sono nella storia dell’Inter. Falcao…”

Parlando di quale allenatore, durante la sua carriera da calciatore, gli abbia insegnato di più, Ivan Cordoba durante la “Prima Serata” di Inter Channel spiega: “Ho cercato di imparare da tutti qualcosa di importante. Il lavoro...

Francesco Parrone

Parlando di quale allenatore, durante la sua carriera da calciatore, gli abbia insegnato di più, Ivan Cordoba durante la "Prima Serata" di Inter Channel spiega: "Ho cercato di imparare da tutti qualcosa di importante. Il lavoro di Roberto Mancini e del suo staff per un periodo era molto mirato al reparto difensivo e quindi quando ero con lui posso dire di aver imparato tanto. Dagli altri anche, in tanti altri aspetti importanti per una squadra. Poi, tocca a ognuno di noi prendere da tutti un po' e questo mi serve ancora adesso, nel mio ruolo attuale di team manager perchè posso dare il mio contributo e consigli per cercare di far capire dove e in che cosa si può migliorare"

Non solo di allenatori, ma anche di rimpianti si parla con Cordoba: "Se proprio dovessi cercare qualcosa nella mia bellissima carriera direi che mi sarebbe piaciuto essere in campo nella finale di Champions League a Madrid o comunque che avrei voluto giocare altre partite che ho dovuto saltare per infortunio o per scelte tecncihe, ma fa tutto parte della mia storia all'Inter e visto che io faccio fatica a trovare qualcosa di negativo in quest'esperienza allora dico nulla. Qualche successo meritato negli anni in cui accadevano delle cose strane? Lì non eravamo nelle mani del destino e se qualcosa fosse andato diversamente, quei successi sarebbero arrivati".Dopo aver allontanato un possibile futuro da allenatore, Cordoba confessa: "Mi viene ancora voglia di mettere le scarpini ed entrare in campo, ma sono cambiato. Prima non contavo neanche fino a cinque, ora ho dovuto imparare a contare fino a 100, ma è il primo anno, faccio ancora fatica. Sono ancora tanto calciatore (ndr, sorride)". Ed è proprio con la maglia nerazzurra che si rivede Cordoba nelle immagini che vengono riproposte sullo schermo di Inter Channel, quelle della sua ultima partita: "Adesso forse mi commuovo ancora di più che in quel momento, quando forse ero preso dalla situazione. Mi fate male quando mi fate rivedere queste immagini (ndr, sorride). Secondo me, la cosa più bella guardandole adesso è che sono ancora qui e cerco di dare una mano ai miei ex compagni di campo. Mi rendo disponibile per loro e questo mi rende già molto felice".

Si parla poi del suo connazionale, Juan Fernando Quintero: "E' molto forte, mancino, l'avete visto, è tra quei pochi giocatori che si vedono con quelle caratteristiche. Credo abbia un futuro grandissimo, speriamo sia all'Inter (ndr, sorride). Convincere Falcao? Non sarebbe difficile convinverlo, io lo conosco da un po', abbiamo parlato della possibilità un giorno di venire in questa squadra, come ne avevo parlato con Guarin. Il problema è che Falcao ha ormai raggiunto delle cifre astronomiche e siamo in un momento in cui è anche solo difficile pensare di prendere un giocatore così".

Si torna poi a parlare degli aspetti belli e meno belli racchiusi nel nuovo ruolo di Ivan Ramiro Cordoba: "Ci sono le difficoltà, è innegabile, sono cose che mi aiutano a imparare tanto da questa parte del calcio, mi aiutano a migliorare nel mio ruolo cercando di imparare subito perchè io ho iniziato a lavorare solo con l'istinto di quello che sapevo, ma molte cose non le sapevo, fare. Per fortuna ho persone di grande fiducia che mi aiutano come Fausto Sala, Claudio Sala, Umberto Marino, che molto vicini nel programmare tutte queste cose. E altre che sono da tanto tempo qui all'Inter come voi di Inter Channel o come quel signore che in questo momento mi sta guardando dal vetro, Edoardo Caldara. Tutti voi mi date una spinta, che è proprio quello di cui ho bisogno. Perchè l'idea è quella di aiutarci tutti. Io sono qui per l'Inter, per sostenere i ragazzi nei momenti difficili e per essere una figura in più quando le cose vanno bene".

Nel 2011, Ivan Cordoba ha ottenuto ufficialmente la cittadinanza italiana: "Ho aspettato tantissimo perchè avere la possibilità di diventare europeo è stato un sollievo. Ci tenevo perchè ho vissuto tanti anni qui e anche i miei figli sono nati qui e si sentono italiani".Andando a pescare il momento più alto della sua storia all'Inter, Cordoba spiega: "E' stato tutto quel periodo che ha portato alle vittorie del 2010 perchè anche il Mondiale per Club è stato molto speciale per me: fino al giorno prima non sapevo se avrei giocato o meno. Ci tenevo tantissimo così come ci teneva tutta la squadra, il Presidente e tutti i tifosi perchè era un trofeo che ci mancava. Anche perchè andavo indietro con i ricordi e ripensavo che non avevo avuto la possibilità di giocare il Mondiale con la mia Nazionale".Nella storia dell'Inter Ivan Cordoba ci rimarrà sempre: 'Questo è quello che ho sempre voluto, anche nel momento più difficile. Da quando sono arrivato in questa squadra ogni volta che magari giocavo bene si diceva subito che sarei andato in un'altra squadra e io invece non volevo. Io volevo restare qui e grazie a Dio il mio desiderio si è realizzato e questa scelta mi ha premiato. Sono stato quel giocatore che è passato dall'Inter e ha fatto una piccola parte della sua storia".

Una carriera in nerazzurro accompagnata anche dalle importanti attività solidali che Ivan Cordoba e sua moglie Maria hanno pensato per aiutare i bambini della Colombia: "Anche se oggi è sempre meno il tempo che posso dedicare a queste attività, all'organizzazione di serate benefiche, io ho sempre pensato che in un modo o in un altro so che posso garantire ogni giorno il mio aiuto per quei 150 bambini che ricevono sostegno dalla mia fondazione. Da qui è arrivata la decisione che ha portato me e mia moglie anche a non ingrandire di più il progetto. Adesso, sinceramente ho poco tempo per organizzare nuove cose, ma basta anche fare poche cose, ma importanti'.

Si torna poi a parlare di campo, di Sampdoria-Inter: "Speriamo bene, bisogna ripartire. La partita di ieri lascia a tutta la squadra un motivo di grande orgoglio che fa dire che siamo usciti dalla competizione, ma lo abbiamo fatto da Inter, cioè da squadra che ha fatto la storia in Europa e che ha sempre cercato di onorare al massimo la competizione. Abbiamo perso male a Londra, ma ci tenevamo a cambiare quell'immagine e anche tante cose che hanno scritto dopo. Se adesso leggo di più i giornali? Si, un po', ma non mi lascio condizionare da quello che si dice di noi. Adesso posso approfittarne per dire due cose su questo argomento. Da parte mia e di tutta la Società vorrei dire basta a tutti coloro che vogliono inventare ogni volta una storia nuova su di noi o sulle persone che lavorano per l'Inter. Io veramente dico basta. Se vogliono inventare qualcosa lo facciano pure, ma lo facciano con altri. Noi siamo qui e stiamo cercando di fare bene, ogni volta c'è sempre una storia nuova, che viene scritta o detta per creare altri casini. A me dispiace tanto anche perchè si punta su diverse persone e non è giusto perchè qui stiamo cercadno tutti di lavorare per fare il meglio. Nessuno vuole male all'Inter, nessuno vuole andare alla partita e perderla, tutti stiamo lavorando ed è chiaro che si possono commettere degli errori. Però siamo qui ad affrontare le nostre responsabilità e sarà il Presidente che alla fine della stagione deciderà, ma non possiamo avere processi ogni giorno o ogni lunedì dopo la partita da parte di tutti. E' giusto dirlo, basta processi. Accettiamo le critiche, anche quelle sottili, un po' al limite del rispetto, servono anche a noi per crescere però che si inventino le cose non ci sta bene così come non ci sta bene che vengano attaccate sempre le persone che lavorano per l'Inter, chiunque queste siano. Vorrei che la smettessero".