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Cristiano Ronaldo a Kiev, Milito a Madrid ma non solo: quando le dichiarazioni rovinano la festa

Fabio Alampi

18 dicembre 2010: l'Inter batte 3-0 i congolesi del Mazembe e chiude un anno probabilmente irripetibile vincendo il Mondiale per club, che si aggiunge a campionato, Coppa Italia, Champions League e Supercoppa Italiana. Una stagione magica per il popolo nerazzurro, una squadra che rimarrà nella leggenda del calcio italiano e mondiale. Dopo i trionfi con José Mourinho, sulla panchina dell'Inter arriva Rafa Benitez: tra il tecnico spagnolo e lo spogliatoio non scatta la scintilla, così come con parte della dirigenza, Moratti in testa. Dopo la vittoria del Mondiale per club, Benitez colse l'occasione per sfogarsi pubblicamente: "Per andare avanti serve supporto totale: se c'è possiamo migliorare. Con supporto intendo prima di tutto intervenire sul mercato. Con Moratti ho parlato e lui sa di cosa. E poi io ho sempre fatto il mio lavoro fin dall'inizio, e devo avere il controllo di quello che fanno i giocatori. Se avrò questo supporto, che deve esserci sempre ed essere totale, potremo andare avanti e vincere ancora, altrimenti si parlerà sempre di un colpevole e la squadra non crescerà. Merito rispetto. Mi sono addossato tutte le colpe e tutte le responsabilità, ma il club mi aveva promesso ad agosto tre giocatori. Non è arrivato nessuno. Adesso ci sono tre possibili strade: o la società fa un progetto e compra quattro giocatori subito a gennaio o andiamo avanti così con l'allenatore come unico colpevole oppure il presidente parla con il mio procuratore e troviamo un'altra soluzione". Risultato? Esonero immediato e squadra affidata a Leonardo.

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