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Dalbert: “All’Inter vivo un sogno, voglio lasciare il segno e arrivare in Nazionale”

Il giocatore nerazzurro ha rilasciato un'intervista a France Football nella quale ha parlato del suo approdo a Milano, ma anche di come si è lasciato col Nizza

Eva A. Provenzano

Intervistato da France Football, Henrique Dalbert ha parlato della sua esperienza al Nizza e del suo approdo all'Inter. Il giocatore ha confessato di essere arrivato a Milano non solo per il prestigio del club nerazzurro, ma per avere più visibilità anche per la Nazionale. Aspetta di trovare spazio nello scacchiere di Luciano Spalletti per guadagnarsela. Ecco cosa ha detto il brasiliano alla rivista francese:

-Hai realizzato che fino a qualche tempo fa lavoravi in un supermercato e ora giochi in uno dei campionati più belli del mondo? 

E' stato tutto molto veloce. Sto vivendo il sogno che avevo da bambino. Oggi gioco in un club molto importante, ma non ho intenzione di fermarmi: voglio lasciare un segno nella storia dell'Inter e voglio anche vestire la maglia della Nazionale brasiliana. 

-Perché sei andato allo scontro con il Nizza quest'estate? 

Alcune opportunità arrivano una sola volta. Nella mia testa, quando è arrivata la proposta dell'Inter ho innanzitutto pensato alla mia famiglia. Volevo metterli al riparo. Poi ho pensato a me e mi sono detto che avrei provato un'esperienza straordinaria, che mi avrebbe dato più visibilità. Quando sono arrivato al Nizza, la prima cosa che ho detto ai dirigenti è che avrei voluto giocare con la Seleçao. Giocare nell'Inter dà più possibilità di essere visti ed essere convocati. E' un peccato che alcuni non abbiano capito la mia decisione, ma non è grave. 

-Come hanno reagito i tuoi compagni di squadra? 

Loro sono stati dalla mia parte. Al mio posto avrebbero fatto la stessa cosa. Altri non hanno capito, ma non avevo scelta, era l'unico modo di avere successo. Il Nizza non ha rispettato la mia volontà e non ha dimostrato di contare su di me. In queste condizioni siamo arrivati ad un braccio di ferro. A volte mi sono sentito in colpa, ma è stato necessario. Adesso ho la coscienza a posto. 

-Il presidente Rivére ti ha deluso? 

Il presidente è un uomo comprensivo. Lui ha capito la mia posizione, ma nello stesso tempo ha voluto difendere gli interessi del club, è normale. Quello che mi ha deluso di più è stata la mancanza di considerazione. I dirigenti non volevano cedermi, volevano che restassi. E allora in questo caso loro dovevano valorizzarmi o almeno parlare del miglioramento delle condizioni del mio contratto. Era necessario. Ma mi hanno detto: "Tornerai dalle vacanze, ti allenerai e tutto andrà bene". Non hanno voluto trattare e non mi hanno proposto nulla. E' questo che mi ha spinto a lasciare il Nizza.

-I tifosi come hanno reagito? 

Male. Ai loro occhi sono stato un traditore e mi hanno fischiato nella gara contro l'Ajax (quella di qualificazione alla CL.ndr). E' stata una cosa che mi ha fatto stare male. In futuro vorrei tornare al Nizza, ma penso non sarà possibile. Ho dato tutto per la maglia e non mi è piaciuto vedere i tifosi arrabbiati.

-Perché dovrebbero essere così arrabbiati? 

Prima di partire ho ricevuto messaggi minacciosi da parte loro. Dicevano di volermi rompere le gambe. Certamente hanno desiderato di vedermi morire. Hanno anche scritto a mia moglie tramite social network. Ho sentito la loro rabbia e mi ha colpito. Mi ha fatto male, spero gli passi. 

-Vuoi mandargli un messaggio?

Ho molto rispetto per i veri tifosi e per il club. 

-Segui anche il campionato del Nizza? 

Guardo le gare che posso. Ho ancora tanti amici lì, come Dante. Spero facciano bene. 

(Fonte: France Football)