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Milan-Inter, un derby… ‘Fantastico’: dai colossi alle ali infuocate, servono i superpoteri

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La Gazzetta dello Sport presenta il derby di Milano Milan-Inter di oggi attraverso le sfide nella sfida: servono i superpoteri dei Fantastici 4

Alessandro De Felice

Un derby da... supereroi. La Gazzetta dello Sport presenta la sfida tra Milan e Inter di oggi attraverso i duelli all'interno della sfida, in programma oggi alle 15 a San Siro. Per il quotidiano in palio c'è mezzo scudetto e le due squadre se lo giocano attraverso i superpoteri dei protagonisti: il derby di Milano non sarà solo Ibrahimovic contro Lukaku, che si ritrovano dopo lo scontro dei quarti di Coppa Italia. Ecco tutte sfide nella sfida grazie al supporto del film della Marvel 'I Fantastici 4'.

LA COSA

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"Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku sono diversi e hanno un modo diverso di essere padroni delle rispettive squadre, ma lo sono nella stessa misura. Lo svedese comanda con i gol e la personalità. Il trono del belga è fatto anche di servizio. Ci sono numeri che scavano un abisso tra i due. Sponde: Lukaku-Ibra 31-8; assist: Lukaku-Ibra 4-1; palle recuperate: Lukaku-Ibra 30-16; palloni giocati in area, dove si randella: Lukaku-Ibra 130-96. Con le assenze e il calo del Milan, Ibra ha avuto meno assistenza. Quella a Lukaku invece è cresciuta grazie a Eriksen e ai due esterni offensivi. All’andata fu Perisic a mandarlo in rete; contro la Lazio sono entrati nei gol Eriksen e Brozovic. In qualche modo i ruoli si sono invertiti. Pioli, con un tridente di rifinitori, aveva coccolato Ibra costruendogli il Milan attorno. Lukaku, invece, nell’ottica più avara del 3-5-2, era bombardato da lanci lunghi da mettere giù. Ora è coccolato anche Big Rom, capocannoniere con 16 gol, come CR7. Ibra ne ha fatti 14, ma con sole 12 presenze: ha una media migliore (1,16 gol a partita contro 0,76). Ma questo dato non può soddisfare l’orgoglio ipertrofico di Ibra. Lukaku si presenta come capolista e capocannoniere. Dio Zlatan medita il doppio sorpasso. Lukaku e Ibra sono inesorabilmente lo skyline del derby, la cartolina di Milan-Inter: giganti in vetroacciaio".

LA TORCIA UMANA

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"Se tutti aspettano il match tra i pesi massimi, Ibrahimovic-Lukaku, nel lussuoso sottoclou s’incrociano due pesi più leggeri che potrebbero fare la storia del match: Hernandez-Hakimi. Il derby correrà sulle loro gambe. Uno in faccia all’altro, come nelle giostre medievali. Non è un caso che il miglior Theo sia coinciso con il miglior Milan. Il francese è tanta parte del Diavolo: l’uscita della palla, la transizione veloce che permette a Ibra di giocare a campo aperto, è rifinitura ed esecuzione (4 gol). Anche contro difese chiuse, perché più tecnico di Hakimi nello stretto: 42 dribbling contro i 18 dell’interista. Pioli ha bisogno di ritrovare il miglior Theo. Conte sa che senza il miglior Hakimi non c’è la migliore Inter. Entrato per Darmian nel derby di Coppa Italia, lo ha ribaltato: ha innescato il rigore di Barella e sfiorato il gol, come lo sfiorò in quello di campionato, perché, rispetto a Theo, chiude meglio le azioni: 6 gol e 85 palloni giocati nell’area avversaria contro i 57 del milanista. E’ anche più puntuale al cross: 75 contro i 37 di Hernandez. E’ tra i primi a beneficiare dell’innesto di Eriksen interno sinistro, perché con un cambio di gioco può spalancargli praterie. Così come il ritorno di Calha può aiutare Pioli a ritrovare il miglior Theo. In un derby decisivo e quindi da gestire con prudenza, può essere una ripartenza delle due frecce a dare la felicità".

L'UOMO INVISIBILE

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"«Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?». È la prima frase pronunciata da Tex Willer nel primo, storico, albo Tex, fumetto caro al giovane Pioli. La battuta potrebbe averla ripetuta lo stesso tecnico del Milan nei mesi scorsi, durante la lunga cavalcata al comando: record su record, lunga imbattibilità, eppure sempre l’Inter alle costole. E, alla fine, il sorpasso. Il Milan gioca per tornare avanti e per evitare di passare in una settimana da +2 a -4, con la prospettiva di staccarsi ancora di più: alla prossima, Roma-Milan e Inter-Genoa. L’aggancio settimanale di un altro interista (Stankovic), al 90’, ha lasciato altre tossine, dopo lo Spezia. L’assenza di Bennacer pesa. Pioli, raffinato psicologo, alla vigilia ha lavorato in uno spogliatoio giovane per rialzare autostima e fiducia. Ma anche Conte. Una letteratura da derby racconta quanto sia pericoloso entrare favoriti tra i canapi del Palio di Milano. E l’Inter prima, carica, sana e riposata non può non esserlo. Ma lo era anche il Milan di Sacchi nel marzo ‘90, capolista a 6 dal termine, con 1 punto sul Napoli e 6 sull’Inter. Il derby lo vinse il Trap e lo scudetto lo festeggiò Maradona. Conte sa che l’Inter, se si rilassa, è a rischio follia. Vedi Inter-Juve di Coppa Italia. Una cosa è certa: anche se si gioca alle 3 e il sole è pallido, è derby da mezzogiorno di fuoco. Non si spara per il pareggio. Tex Willer lo sa".

MR FANTASTIC

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"Un anno fa dal lockdown spuntò un Hakan Calhanoglu nuovo, maturato. In una parola sola: decisivo. Assist e gol. Il turco ha determinato l’esplosione del Milan non meno di Ibra che ha sostituito nel ruolo di leader, quando Zlatan si è fermato. Questo giocatore nuovo è mancato moltissimo a Pioli. Anche perché alla sua assenza si è sovrapposta quella di Bennacer e il Milan ha perso in un colpo la tangenziale creativa che portava a Ibra. Per capirci, nel derby d’andata è Calha che imbecca in verticale Ibra poi abbattuto da Kolarov con relativo rigore. Hakan è tornato, anche se non ancora al top. Bennacer si è fermato di nuovo. In Coppa Italia, Pioli ci ha provato con Meité per opporre fisicità ai giganti di Conte. Esperimento fallito. Oggi, al fianco di Kessie, tocca a Tonali che è ancora in fase di ambientamento psico-tattico. È qui che l’Inter proverà a dominare, cercando la superiorità e scatenando la corsa lunga di Lukaku che può trovare spazi contro una mediana a due se mal soccorsa. Al Milan, costretto a dipendere ancora di più da Calhanoglu, non basterà invece asfissiare Brozovic, perché Conte, con Eriksen, ha raddoppiato i poli di regia. Oggi cerca una conferma ai buoni equilibri trovati contro la Lazio. E poi Hakimi e Perisic: è il salto di qualità di Conte sul rettilineo dello scudetto".

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