Una vera e propria mina vagante, capace di agire su tutto il fronte d’attacco senza dare riferimenti ai difensori avversari. Peter Olayinka, 24enne attaccante nigeriano, è una delle sorprese dello Slavia Praga targato Jindrich Trpisovsky e capace di strappare un punto al Camp Nou contro il Barcellona e a San Siro.
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ESCLUSIVA Olayinka: “Lukaku si è sbagliato. Inter troppo forte, Lautaro fantastico. Sul rigore…”
L’intervista esclusiva di FCInter1908 all’attaccante dello Slavia Praga dopo la sfida di Champions League contro l’Inter
Dopo il gol che ha gelato l’Inter nell’esordio stagionale in Champions League, Olayinka si è reso protagonista anche nella gara di ritorno al Sinobo Stadium procurandosi il fallo da rigore, poi trasformato da Soucek, che ha portato il risultato dallo 0-2 all’1-1 grazie all’ausilio del VAR. Noi di FCInter1908.it lo abbiamo intervistato dopo la sfida nel cuore di Praga.
“Nel primo tempo abbiamo fatto meglio dell’Inter, mentre nella ripresa è stato un match apertissimo. Se Masopust avesse realizzato il gol del possibile 2-1…” ci racconta con un pizzico di amarezza in una taverna della periferia praghese, adibito a circolo ricreativo della comunità nigeriana residente nella capitale ceca, e accompagnato dal suo agente Yusuf Odusanya e lo scout italiano Daniele Di Napoli. Un luogo nel quale Olayinka è solito incontrarsi con i suoi connazionali per scambiare due chiacchiere e condividere le tradizioni del suo paese natale. “Purtroppo è andata proprio come nella sfida contro il Borussia Dortmund: abbiamo sbagliato tante chance nel primo tempo e abbiamo pagato i nostri errori nel secondo perdendo il match”.
Qual è il tuo stato d’animo dopo la partita contro l’Inter?
“Sono deluso per la sconfitta e provo una sensazione d’amarezza per aver fallito un match importante. Ma così come quando si vince, bisogna cancellare tutto e ripartire pensando già alla prossima partita (in campionato contro il Karvina, ndr)”.
Slavia già eliminato: qual è il bilancio di questo ritorno in Champions League?
“Siamo molto orgogliosi di quanto fatto. Abbiamo affrontato squadre fortissime in un girone molto difficile, ma ce la siamo giocata con tutti. Usciamo a testa alta”.
Inter troppo forte o hanno pesato i tanti errori dello Slavia?
“La verità è che entrambe le cose hanno inciso sul risultato. L’Inter è una squadra davvero forte, che è seconda in Serie A. Noi abbiamo affrontato la partita a viso aperto, giocando la palla e commettendo qualche errore di troppo”.
Cosa è mancato allo Slavia?
La concentrazione in alcuni momenti. Poi dovevamo vincere per provare a qualificarci e forse abbiamo sentito un po’ la pressione”.
Ci racconti l’episodio del rigore?
“Era chiaramente fallo. L’avversario (De Vrij, ndr) ha toccato la mia gamba. Mi sono subito fermato dopo aver subito il colpo – altrimenti sarei tornato a difendere – e ho provato subito a dire qualcosa all’arbitro (Marciniak, ndr), ma lui mi ha detto di rialzarmi, anche attraverso la gestualità. Quando ho visto che si dirigeva verso lo schermo per l’on-field-review, ero certo di quale sarebbe stata la sua decisione e l’ho detto anche ai miei compagni. Coufal mi ha chiesto ed ho subito risposto: “È rigore!”.
Quali sono i calciatori dell’Inter che ti hanno maggiormente impressionato?
“Devo dire che Lautaro Martinez, autore di due gol, è davvero un calciatore fantastico. Ma anche Lukaku ha giocato un grande match”.
A proposito di Lukaku: hai parlato con lui dei presunti cori razzisti?
“No, non ho parlato con lui. Ma posso dire che non si è trattato di cori razzisti, ma di ‘normali’ cori contro gli avversari. Non erano riferiti al colore della sua pelle. Credo che lui abbia pensato che fossero collegati al razzismo”.
Cosa hai provato quando hai segnato a San Siro?
“È stato un momento fantastico per me, ma anche per la squadra. Abbiamo portato a casa un punto, anche se potevamo guadagnarne tre. Ho provato grande emozioni”.
Qual è il segreto di questo Slavia?
“È semplice: seguiamo perfettamente le direttive del nostro allenatore. Lui è veramente bravo”.
Che rapporto hai con Trpisovsky?
“È un bravissimo allenatore. Proviamo a parlare spesso ma vorremmo farlo di più perché qualche volta è difficile per lui esprimersi in inglese, non lo parla perfettamente. Parliamo, scherziamo, sorridiamo. È un grande allenatore e una splendida persona”.
Chi è il tuo modello?
“Guardavo sempre Thierry Henry. Era un vero fuoriclasse!”
Il tuo futuro può essere in Serie A?
“Ora non posso dirlo, forse un giorno mi piacerebbe giocarci…”.
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