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G.Facchetti: “Su papà  solo falsità  e calunnie. Lui un simbolo per tanti”

Alla presentazione del suo libro “Se no che gente saremmo”, alla quale è stata invitata e ha partecipato anche la redazione di Fcinter1908.it, Gianfelice Facchetti ha difeso la figura del padre Giacinto, vittima di accuse ridicole,...

Alessandro De Felice

Alla presentazione del suo libro "Se no che gente saremmo", alla quale è stata invitata e ha partecipato anche la redazione di Fcinter1908.it, Gianfelice Facchetti ha difeso la figura del padre Giacinto, vittima di accuse ridicole, senza nemmeno potersi difendere:"Ho imparato una frase, in carcere. Dicono 'montare la bicicletta addosso a qualcuno'. Vuol dire calunniarlo. A mio padre hanno cercato di montare una biciletta addosso, ma è senza catena, senza pedali, con le gomme sgonfie. La sua è stata una corsa leale e coraggiosa. Su di lui sono state costruite solo falsità e calunnie".

Poi Gianfelice racconta la stesura del libro: "Ho iniziato a scrivere a marzo, dovevo fare ordine fra i ricordi, sbarazzarmi del dolore più ostinato, preservare le cose più preziose. Ho attraversato uno spazio bianco, il libro è stato un campo aperto, una corsa libera. Mio padre è stato un simbolo per tanti, un suo gesto atletico, una sua vittoria, diventava il simbolo di quello che si poteva fare, nonostante tutto. Ho attraversato questi cinque anni di assenza con la mia famiglia, adesso sono qui, ci sono i nostri bambini. Mattia, il primo nipote, che è stato con lui sempre, giocava in quei corridoi dell'ospedale grigi e pieni di luci al neon, l'ha cercato guardando in cielo, convinto che lui sia lì. Vedere qui tutta questa gente, venuta anche da lontano, vuol dire che non siamo stati lasciati soli e allora si può guardare avanti con fiducia".

'Se no che gente saremmo', lo disse Giacinto a Giovanni Arpino. La frase completa è 'Nella vita si dice una cosa ed è quella, se no, che gente saremmo?'