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Guarin: “Abbiamo tanta fame, possiamo vincere. Su Zanetti e Cordoba…”

La Gazzetta dello Sport ha intervistato il centrocampista dell’Inter Fredy Guarin, che dopo il suo arrivo nel gennaio scorso, sembra guarito totalemente dal suo infortunio al polpaccio ed è già carico per la stagione che sta per...

Riccardo Fusato

La Gazzetta dello Sport ha intervistato il centrocampista dell'Inter Fredy Guarin, che dopo il suo arrivo nel gennaio scorso, sembra guarito totalemente dal suo infortunio al polpaccio ed è già carico per la stagione che sta per cominciare:

Guarin, come sta andando la prima preparazione estiva in Italia?«Benissimo, non ero tanto abituato ad un lavoro atletico così impegnativo. Ma ne avevo bisogno per mettere chilometri nelle gambe in vista di una stagione che si annuncia molto dura».

Quali le altre differenze rispetto al Portogallo?«Mi ha commosso il calore dei tifosi. Altrove è impensabile che la gente imposti le proprie vacanze per seguire la squadra del cuore».

Una squadra composta da ultratrentenni e tanti giovani. Lei è tra i pochi nel pieno della maturità.«Una responsabilità in più. Dobbiamo seguire i veterani, in primis Zanetti con cui divido la camera e che ci permette di giocare con il 4-2-3-1 perché fa l’esterno offensivo ma aiuta anche me e Cambiasso a centrocampo. Dobbiamo sfruttare questo mese per costruire le basi per vincere lo scudetto».

Dopo aver chiuso a -26 dalla Juve e -22 dal Milan, la sua è una bella professione di ottimismo.«Sarà durama possiamo farcela. La stagione scorsa è stata particolare,ora ripartiamo con un progetto chiaro e con Stramaccioni,che è molto preparato sotto ogni punto di vista. Anche se devo ancora conoscerlo bene. Juve e Milan resteranno ai vertici, ma lassù ci saremo anche noi».

Anche perché il Milan, che non avrà Ibra e Thiago Silva, lei lo ha già battuto 4-2 il 6 maggio scorso.«E alla fine ero molto arrabbiato perché non mi spiegavo come l’Inter potesse chiudere con oltre 20 punti di ritardo rispetto a loro. Quanto alle partenze di Ibra e Thiago, non è un problema nostro».

La gara contro la Juve, il 25 marzo scorso, invece la vide dalla panchina.«Era la mia prima convocazione dopo l’infortunio al polpaccio. Giocammo un grande primo tempo, poi segnò Caceres e la partita girò. Si capiva che loro, spinti dai tifosi, avevano una carica speciale. Erano vicini all’obiettivo e non avrebbero certo mollato la presa. Se l’Inter avrà lo stesso sangue agli occhi, potrà fare grandi cose».

Anche vincere scudetto, Europa League e coppa nazionale come ha fatto lei col Porto nel2011?«Ogni trofeo è difficile da conquistare, ma perché no? Ricordo che Villas Boas faceva giocare quasi sempre gli stessi uomini. Certo, in Portogallo il titolo se lo giocano poche squadre, ma l’Inter ha la rosa per reggere su più fronti».

Anche se dovesse cedere Sneijder?«Wesley è fantastico, uno che fa la differenza».

Che impressione le h afatto Palacio?«Conoscevo Rodrigo dai tempi del Boca Juniors, quando c’era anche Silvestre. Uomini da Inter».

Eppure Palacio in queste prime uscite non ha ancora segnato.«Ma si vede dall’intelligenza e dalla velocità con cui si muove che è uno speciale. Tecnicamente sa fare tutto e i gol li terrà per i momenti giusti».

Anche lei cerca il primo centro in nerazzurro. Il suo famoso tiro da fuori deve ancora trovare la porta.«Nessun problema. Assist o gol, l’importante è festeggiare tutti insieme. Quanto al tiro da fuori, il migliore di noi è Stankovic».

Ci racconta come mai ha iniziato da attaccante e poi l’hanno arretrata?«E’ stato il c.t. dell’Under 17 colombiana, Eduardo Lara. Là davanti c’era pure Falcao, che vedeva la porta più dime e Lara ha voluto sfruttare la mia visione di gioco. Ecco perché, dopo Ronaldo, il mio idolo è diventato Vieira, cattivo il giusto ma elegante ed efficace. Ho il 14 di maglia in onore di Patrick».

Anche Cordoba è un suo riferimento.«Ivan è Il riferimento. Ho sempre voluto l’Inter, anche quando si era fatta avanti la Juve, perché qui c’era Cordoba ed è una squadra da sempre "sudamericana".Ora però fatico ad abituarmi all’idea che Ivan sia team manager. Quando ci troviamo a parlare di document ie burocrazia mi viene da ridere».

Le viene da ridere anche vedendo che Milito fa gol ad ogni pallone che tocca?«Diego è un fuoriclasse e sta vivendoun momento d’oro».

Ed è argentino. Qualcuno dice che all’Inter comandano loro.«Qui comanda Moratti. E visti i risultati degli ultimi anni mi sembra lo stia facendo anche bene».