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Guarin, ora l’Inter gli calza addosso? Perisic ‘traslocherà ‘: singolare se…

Nove punti in tre partite e primo posto solitario in campionato: la nuova Inter costruita da Roberto Mancini ed Erick Thohir ha tanti buoni motivi per sorridere. A cominciare da Fredy Guarin, sul piede di partenza in ogni sessione di mercato e...

Alessandro De Felice

Nove punti in tre partite e primo posto solitario in campionato: la nuova Inter costruita da Roberto Mancini ed Erick Thohir ha tanti buoni motivi per sorridere. A cominciare da Fredy Guarin, sul piede di partenza in ogni sessione di mercato e sempre più decisivo in questo avvio di campionato. Con un prezioso assist per Jovetic ed un rigore procurato, il colombiano aveva già provveduto ad indirizzare l’Inter sui binari giusti nel corso della gara giocata contro il Carpi. Non sufficientemente pago, l’ex Porto si è ripetuto anche contro il Milan, decidendo la gara con uno di quei colpi che ogni tanto tira fuori dal cilindro. Un sinistro da fuori area che punisce Diego Lopez e fa ricredere una buona fetta di tifosi nerazzurri, spesso infastiditi dalla superficialità del calciatore sudamericano. Una rondine non fa primavera, neanche due (considerando la gara contro il Carpi ed il derby), ma la sensazione è che Guarin stia pian piano trovando la giusta dimensione all’interno di una squadra che inizia a calzargli addosso. Con Melo e Kondogbia ai suoi lati, il colombiano è più libero di svariare sul fronte offensivo, anche se ieri lo si è visto sacrificarsi in copertura, riprendendo un troppo spensierato Santon. Processo evolutivo in via di realizzazione o semplice exploit passeggero per Guarin? Troppo presto per dirlo, ma si inizia finalmente a capire perché Roberto Mancini ha insistito nel tempo sulla titolarità del colombiano. Per un senatore che sta finalmente trovando la giusta sintonia all’interno di un macchina in via di sperimentazione, un nuovo elemento deve ancora tarare movimenti e posizione. Contro i rossoneri, Ivan Perisic ha messo in mostra le proprie qualità, ma anche fatto chiaramente intendere di non essere un trequartista. Roberto Mancini non se l’è sentita, ha preferito non stravolgere completamente un modulo già rodato da diversi mesi. Ecco perché il croato è stato impiegato dietro le punte e non esterno di un tridente, insieme a Jovetic e Icardi. L’ex City lavorerà con gradualità sul 4-3-3 e la sensazione è che anche contro il Chievo si andrà nuovamente verso l’utilizzo del più collaudato 4-3-1-2. Modulo che non favorisce l'ex Wolfsburg , che contro i rossoneri ha trovato la giocata migliore quando ha avuto la possibilità di potersi allargare, saltare l’uomo e crossare verso il centro dell’area di rigore. Ma è solo questione di tempo e di assimilazione di tattica e movimenti: gli uomini agli ordini di Roberto Mancini dovranno digerire i dettami del proprio tecnico, che a gran voce ha richiesto ad Erick Thohir l’utilizzo di esterni offensivi veri. Li ha ottenuti, sarebbe singolare se dovesse iniziare ad utilizzarli diversamente.