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Guarin: “Voglio restare. Champions? Ci proviamo o vinceremo altrove”

Fredy Guarin intervistato da La Gazzetta dello Sport, parla del suo presente e futuro all’ Inter e della sua prima stagione in Italia. Guarin essere Colombiano rende più forti? «A me non è mai successo nulla, e se parla della...

Riccardo Fusato

Fredy Guarin intervistato da La Gazzetta dello Sport, parla del suo presente e futuro all' Inter e della sua prima stagione in Italia.

Guarin essere Colombiano rende più forti?

«A me non è mai successo nulla, e se parla della criminalità, bé, quella c’era una volta. Il problema è un altro: che la gente ha paura di andare in Colombia perché pensa ciò che lei mi chiede, crede sia pericoloso. Invece no: chi va lì, poi non vuole più tornare indietro da quanto si sta bene». 

E' il suo caso all'Inter?

«In Sudamerica l’Inter è da anni la squadra... sudamericana. Come se fosse un club in più, le televisioni diffondono più l’Inter delle altre, io l’ho sempre guardata, e ancor più quando Cordoba arrivò in nerazzurro. Chi era il mio idolo? Ivan a parte, Ronaldo: ho fatto l’attaccante fino a 16 anni».

Centravanti?

«Numero 9: fu l’allenatore della nazionale colombiana Under 17 a mettermi a centrocampo, si chiama Eduardo Lara. Da quel momento, ho giocato solo in mezzo. Come qui».

Recentemente ha dichiarato: "Dall'Inter non mi muovo". Com'è la situazione?

«Dovranno parlarsi i club ma io voglio restare così come sento di poter rimanere: perché è una delle squadre più forti del mondo, perché mi trovo bene con mia moglie e i miei figli Daniel (6 anni, ndr) e Dana (1, ndr), perché la volevo e adesso che l’ho raggiunta non voglio perderla. Amo l’Inter perché c’è Cordoba, perché c’è l’azzurro che è il mio colore preferito, per l’importanza del club, perché da qui sono passati i migliori giocatori del mondo fra cui un altro mio idolo, Vieira, quello per il quale ho la maglia numero 14».

Si è detto spesso che l'Inter aveva preso un giocatore rotto. Ha sofferto per questo?

«Non tanto perché fortunatamente (ride) non capisco ancora bene l’italiano.Ma un po’ sì, perché la voglia di giocare e di far sentire la mia presenza nel gruppo era infinita».

Cos'ha dimostrato in questi mesi. E l'anno prossimo?

«Che sono un combattente, con carattere e voglia di vincere. La prossima stagione? Prima fatemi avere la certezza di restare, poi ve lo farò vedere».

Ha un giocatore colombiano poco noto da suggerire all'Inter?

«Dorlan Pabòn, centrocampista ’88 dell’Atletico Nacional».

Stramaccioni?

«Ha tanta voglia di vincere. E una forte personalità».

Domenica forse ci vorrà un miracolo per la Champions. Ci crede?

«I miracoli esistono eccome, purtroppo non ho potuto giocare qui la Champions e vorrei giocarla il prossimo anno. Noi cominciamo a vincere, facciamo il nostro gioco, poi vediamo cosa succede...».

Sennò sara Europa League, che lei, tra l'altro, ha già vinto...

«Chiaro che se non dovessimo centrale la Champions vorrò vincere lì, dove ho già vinto col Porto. Se è un problema giocare il  giovedì? Per due anni ho fatto campionato e coppa senza problemi: ci sono abituato, nessuna paura, nessun problema».

La Lazio tra l'altro è una delle squadre insieme alla Juve che la voleva.

«Ne avevano parlato fra procuratori forse, ma non ero presente. Appena è spuntata l’Inter, mi sono presentato. Il sogno va vissuto in prima persona e dal primo minuto».

Quanti tatuaggi ha?

«Sei, perché?».

Se domenica prossima fa il gol-Champions, ne «disegna» un altro?

«Se succede, e sarebbe il primo nell’Inter, qualcosa farò. Sicuro ».