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L’Inter investita dall’effetto Conte. Punti, solidità, tifo alle stelle: impatto a 360°

Il tecnico dell'Inter ha avuto un impatto devastante sul club nerazzurro e il rendimento della squadra è altissimo

Andrea Della Sala

Conte ha impresso fin dal primo giorno il suo marchio e la squadra lo ha seguito in tutto e per tutto e i risultati si vedono. È un'altra Inter che ora è molto vicina alla Juve e spera di rimanerci a lungo. Questa l'analisi de La Gazzetta dello Sport:

"C’è un’Inter che si impenna. È l’effetto Conte, che ha cominciato a spingere già all’inizio di giugno, appena l’ex c.t. dell’Italia ha firmato il contratto di tre anni con i nerazzurri, e adesso si conferma, a 80 giorni dall’inizio della stagione. Dopo 12 giornate sono i numeri a premiare il lavoro di Antonio il moltiplicatore, che sabato notte è entrato in modalità vacanza dopo il successo contro il Verona. Conte tornerà oggi ad Appiano dopo il blitz in Arabia Saudita a insegnare calcio: ieri tutto il suo staff ha messo sotto chi non è partito con le nazionali, ma adesso il comando torna nelle mani dell’allenatore. Che ricomincerà a spingere per confermarsi in alto".

POSSESSO - "Dalla parte di Conte ci sono le statistiche, alcune più evidenti, altre nascoste. Punti in più e distacco dal primo posto, gol e vittorie, tiri in porta e tiri subiti, praticamente tutte le voci interiste con Conte in panchina puntano verso l’alto rispetto allo stesso periodo del 2018/2019 (il possesso palla è sceso dal 58,2 al 57%, è vero, però i nerazzurri comandano in Serie A tenendo il pallone per 29 minuti e 21 secondi netti a partita)".

TIFOSI - "Senza dimenticare l’euforia esagerata del tifo del Meazza: un anno fa a metà novembre l’Inter aveva 62.652 spettatori di media grazie anche al sold out del derby vinto all’ultimo istante con Icardi; quest’anno è salita a 64.593 e il botto l’ha fatto la Juventus con 75mila spettatori. Un’impennata non da poco, naturale conseguenza di quello che Lukaku e Lautaro, Barella e Brozovic stanno facendo dentro il campo".

PUNTI - "L’Inter di Antonio ha innanzitutto 6 punti in più dell’era Spalletti II. Il distacco dalla testa della classifica, cioè dalla Juve, si è sgonfiato, passando dai 9 punti di un anno fa al punticino di oggi. Certo, tecnico e società insistono nel dire che il gap con i bianconeri è ancora bello marcato, però essere a un metro da Sarri non è cosa da poco. Dei nerazzurri macchina da gol (26 a 22) e già in doppia cifra alla voce vittorie (10 a 8) si è detto".

SCARTO MINIMO - "Ma c’è un altro numero che fotografa bene l’effetto Conte: con l’allenatore salentino è stata netta la crescita delle partite vinte con un solo gol di scarto. L’Inter non domina ma alla fine quasi sempre la spunta: Spalletti a novembre 2018 era a 4, Antonio è già arrivato a 7 successi con il minimo scarto (su 10) e solamente contro Lecce, Milan e Sampdoria si è imposto con più tranquillità. Insomma: col modello contiano si bada al sodo".

NUMERI - "Cresce, di molto, anche la precisione dell’attacco nerazzurro: poco più della metà dei tiri finisce dentro lo specchio (il 51,8%), mentre un anno fa si era a quota 38,5. È minima la crescita dei passaggi riusciti (85,8% contro 85,6%), così come scendono di poco sia il numero di tiri subiti (147 a 150) sia quelli che hanno centrato la porta di Handanovic (42 a 44). Gol subiti e partite con la porta inviolata sono invece peggiorati (12 a 10 e 4 a 6 nel confronto tra Conte e Spalletti), ma l’Inter qui può solo migliorare. La difesa ha iniziato la stagione come uno dei punti di forza: prima o poi l’impennata ricomincerà anche là". 

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