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Inter, il vivaio è una miniera d’oro

L’edizione odierna di Repubblica analizza la fertilità del vivaio nerazzurro e, di conseguenza, il suo peso economico. Partendo da Balotelli il giornale milanese dice: «Prelevato nel 2006 dal Lumezzane per circa 300.000 euro e rivenduto...

Lorenzo Roca

L'edizione odierna di Repubblica analizza la fertilità del vivaio nerazzurro e, di conseguenza, il suo peso economico. Partendo da Balotelli il giornale milanese dice: «Prelevato nel 2006 dal Lumezzane per circa 300.000 euro e rivenduto quattro anni dopo per 30 milioni di euro agli sceicchi del Manchester City. Una plusvalenza impressionante su un ragazzo di appena 20 anni». Un'operazione non sporadica ma applicata con grande costanza dall'Inter nella gestione del vivaio degli ultimi anni. Due i dati che spiccano: negli ultimi sei anni il club nerazzurro ha investito 35 milioni nel vivaio. Una somma notevole. Ma è nulla rispetto a quanto l'Inter ha ricavato nello stesso periodo dalle cessioni degli elementi più promettenti: 80 milioni. Un saldo positivo di 45 milioni. «È come se l’Inter in questi anni avesse venduto un Cristiano Ronaldo fatto in casa» dice Repubblica.Non solo Balotelli, appunto. Ci sono anche Davide Santon, scoperto a 14 anni, e venduto pochi mesi fa al Newcastle per 7 milioni, e Obafemi Martins, venduto sempre ai magpies nel 2006 per 16 milioni di euro. «Ma anche Bonucci e Bolzoni, utilizzati per ridurre la cifra necessaria ad acquistare Diego Milito e Thiago Motta dal Genoa nell’estate 2009, o Destro, impiegato allo stesso scopo lo scorso gennaio nell’ambito dell’ingaggio di Andrea Ranocchia. Insieme a loro, tantissimi giovani meno famosi ceduti in comproprietà o prestito e poi riscattati per somme più o meno significative: un esercito di una cinquantina di ragazzi cresciuti in nerazzurro e ora sparsi tra A, B e Lega Pro».Con la tagliola del fair play finanziario è un polmone verde utile per dare ossigeno alle casse della società. Cosa importante di questi tempi...