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Inter, Marotta: “Monitoriamo, ma a gennaio non cambieremo. Suning continuerà”

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Le parole del CEO Sport: "Stadio? C'è comunione d'intenti col comune, i club sono favorevoli a proseguire: mi auguro si parta quanto prima"

Marco Astori

"Innanzitutto voglio sottolineare come il derby sia stata un bellissimo spot per il mondo del calcio: la partita è stata vista in 150 paesi, 60mila erano gli spettatori presenti". Apre così l'intervista concessa da Beppe Marotta, CEO Sport dell'Inter, ai microfoni di Radio Anch'io Sport. Queste le sue parole sul derby di ieri e non solo: "E' stata giocata a vivo aperto, emozionante e con tanta correttezza in campo: belle coreografie dei tifosi e tanta compattezza dei tifosi. Il rammarico rimane perché abbiamo tentato di ottenere l'intesa posta e non ci siamo riusciti: merito anche agli avversari. Il calcio è un fenomeno anche sociale e di forte aggregazione e ieri ne è stato l'esempio".

Cosa può avere in più l'Inter del Milan?

"Siamo in una fase interlocutoria del campionato: ho notato che noi siamo la squadra che ha giocato 7 partite fuori e 5 in casa. Sembra un piccolo dettaglio ma bisogna arrivare alla fine dell'andata per colmare questo gap. La differenza è rappresentata dal fatto che anche il Milan è cresciuto con Pioli e ha raggiunto un livello massimo: sta recitando un ruolo autorevole per lo scudetto. Da parte nostra sarà difficile controbattere questo valore: siamo i campioni e dobbiamo onorare la maglia e la coccarda che abbiamo sul petto. Quest'anno è un bellissimo campionato".

A che punto è la questione stadio?

"Se ne occupa Antonello, ma le cose stanno procedendo nel verso migliore: è una forte esigenza che i due club hanno. C'è comunione d'intenti col comune, i club sono favorevoli a proseguire: mi auguro si parta quanto prima, lo stadio rappresenta un contenitore di grandi emozioni, dà senso di appartenenza ai tifosi. E' un'esigenza importante".

Il regolamento sui falli di mano?

"Il regolamento risulta spesso un po' ambiguo e deve essere continuamente rivisto anche alla luce del cambiamento della parte agonistica in campo. Anche il regolamento deve adeguarsi al cambiamento, ma viene dettato da quell'organismo un po' detusto che è l'IFAB, composto da componenti del calcio anglosassone. Le regole sono frutto di decisioni di personaggi che non conoscono le dinamiche: noi nei nostri organismi europei ci facciamo partecipi per cambiarlo, ma non è facile. La speranza è che all'interno dell'IFAB Collina possa mitigare questi compensi".

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Vi interessa Insigne?

"Noi siamo concentrati sul gruppo che abbiamo a disposizione, tanti sono campioni d'Italia ed è giusto dar loro merito. La squadra sta rispondendo alle aspettative: siamo omogenei nei reparti, non ci sono problemi. A gennaio non faremo cambiamenti anche se l'attività di monitoraggio è già in atto per la programmazione futura".

La crisi del calcio?

"Il nostro presidente federale sta lavorando molto bene, ma il problema è mondiale. La pandemia da noi ha causato un danno di più di 1 miliardo. Dobbiamo mitigare il costo del lavoro che ha una sproporzione rispetto ai ricavi: il rimedio è un modello diverso all'interno di sostenibilità che preveda una riduzione dei costi e una valorizzazione delle risorse. La politica deve portare più attenzione al nostro mondo, con intervento sulla fiscalità: vuol dire accettare la nostra richiesta di rateizzazione dei contributi sugli stipendi. Questa è una richiesta, il problema oggi è finanziario: le aziende falliscono non per perdite economiche che possono essere colmate con plusvalenze".

"Sicuramente sì, la proprietà ha profuso centinaia di milioni di euro in questi anni: dobbiamo essere riconoscenti. Ci hanno confermato la loro volontà di proseguire, non con il modello di prima, ovvero di dispensare investimenti, ma con sostenibilità interna. Ma questo non ci spaventa: si può sostituire con competenza e creatività anche di mercato. Questo per garantire l'obiettivo: non dispensare illusioni, ma l'ambizione fa parte integrante del nostro club".

Nessuna vittoria in scontri diretti?

"Può essere un piccolo difetto, dobbiamo migliorarlo: i particolari fanno la differenza. Ma quello che ci conforta sono le prestazioni della squadra, altamente positive. Non abbiamo sfruttato le occasioni: con la Juventus abbiamo subito un rigore al 90', con la Lazio pure e poi perso malamente. Anche ieri le occasioni le abbiamo avute: non le abbiamo sfruttate. Dobbiamo essere più cinici e furbi nel sfruttare le occasioni".

La Superlega?

"E' nata come un grande campanello d'allarme di un modello che non garantiva più continuità: questo deve portare ad un modello europeo che garantisca questo. Da parte della FIFA e dell'UEFA bisogna capire che i calendario debbano essere fatti rispettando il rischio d'impresa che corrono i club: magari con una maggiore elargizione dei compensi, visto che i tornei organizzati da loro sono molto appetibili. L'UEFA ha varato tre tornei, il calcio europeo rende ed è giusto che i club vengano tenuti in considerazione".

 

 

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