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Inzaghi: “Lautaro leader, sentito più Calhanoglu che i miei familiari. E Dumfries…”

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Simone Inzaghi, allenatore dell'Inter, è stato ospite qualche giorno fa de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole su alcuni giocatori

Marco Astori

Simone Inzaghi, allenatore dell'Inter, è stato ospite qualche giorno fa de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole su alcuni giocatori che sta allenando nella sua esperienza nerazzurra: "Nicolò è un grandissimo giocatore e uomo: lo testimonia il rinnovo, diventerà una bandiera dell'Inter. Sente la maglia addosso, ha una grande disponibilità verso tutti. Sono molto contento di allenarlo".

Dimarco?

"Io lo chiamo Dimash, come i suoi compagni. Mi incuriosiva conoscerlo, è stata una grandissima rivelazione. E' un giocatore tecnico, intelligente, capisce il gioco al meglio e la posizione funzionale: secondo me farà molto bene".

Dumfries?

"La sua fortuna è il fatto che ci sia De Vrij in squadra, nell'inserimento lo ha aiutato moltissimo. Anche noi dello staff cerchiamo di migliorarlo ogni giorno, deve continuare così. In quel ruolo abbiamo un altro grande giocatore, Darmian: ha fatto una prima parte di stagione strepitosa".

Perisic?

"L'ho incontrato in questi anni, mi ha impressionato: è stata una piacevole scoperta, è un giocatore che sta facendo un campionato strepitoso. Quello che più mi ha colpito è la disponibilità di un campione che ha vinto tutto".

Lautaro?

"Giocatore completo, sente le responsabilità: sa che all'Inter è uno dei leader. Ha fatto un girone d'andata importante con 11 gol: dà sempre tutto in campo, che si arrabbia quando viene tolto prima o non viene impiegato. Ma questo è normale e mi fa piacere. All'inizio lo chiamavo Lauto, poi ho capito che è meglio Lauti".

Dzeko?

"Quando è successa la questione Lukaku, il primo nome che ho fatto al direttore è stato il suo: lui mi ha detto che sfondavo una porta aperta, voleva portarlo all'Inter da due anni. E' sempre stato uno degli attaccanti più forti del nostro campionato".

Calhanoglu?

"Quando è successo il fatto di Eriksen, dopo un paio di giorni abbiamo pensato subito a lui. Ero in vacanza a Ponza con degli amici e con la mia famiglia, è stato più il tempo che sono stato al telefono con Hakan che con i familiari. Era il giocatore ideale per il mio modo di vedere il calcio e per sostituire Eriksen. E' un giocatore che abbina quantità e qualità: la forza dell'Inter è il gruppo, ha trovato uno spogliatoio che l'ha accolto al meglio".

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