Il telentino nerazzurro si avvicina al suo primo derby che affronterà senza troppi timori, caratteristica fondamentale per chi vuole emergere e dimostrare di valere l'investimento sostenuto da parte della società. Mateo Kovacic parla della sua prima stracittadina in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "So tutto del derby, me l'ha raccontato Stankovic. Non vedo l'ora di sentire l'urlo del Meazza. Dopo la sconfitta di Firenze abbiamo toccato il punto più basso, ora dobbiamo risalire e speriamo di farlo proprio nel derby. Ho giocato e vinto l'ultimo derby contro l'Hajduk Spalato, e le sensazioni le porto ancora dentro. Ma quello di Milano è una cosa diversa, ne ho visti tanti in televisione e mi è bastato per capire che è il più importante in Italia. Tralatro in tribuna ci sarà anche mio padre, mia madre invece rimarrà in Croazia perchè deve lavorare e occuparsi delle mie sorelle che vanno a scuola".
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Kovacic: “Meglio regista che mezzala. Derby? Nessun timore. Se giocherò…”
Il telentino nerazzurro si avvicina al suo primo derby che affronterà senza troppi timori, caratteristica fondamentale per chi vuole emergere e dimostrare di valere l’investimento sostenuto da parte della società. Mateo Kovacic parla della...
Pensieri sicuri e stoffa da campione, Mateo conferma di non aver nessun timore in vista dell'incontro: "Se dovessi giocare dall'inizio sarò un pò emozionato ma al fischio dell'arbitro non ci penserò più. Se ami il calcio come me non pensi alla tensione, pensi che vuoi giocare queste partite. Se non dovessi giocare nessun problema, decide il mister. Lui (il mister ndr) mi spinge a giocare il mio calcio, questa è una cosa che mi piace molto. Mercoledi ho visto la gara contro il Barcellona, devo dire che ero abbastanza sicuro che avrebbero vinto, hanno giocato una partita fantastica, ma contro di noi giocheranno in maniera diversa, meno difensivi credo".
Nessun dubbio per il giovane croato anche per quanto riguarda l'uomo più informa dei rossoneri, Mario Balotelli: "Sicuramente lui e El Shaarawy sono i due più pericolosi, ma guai a sottovalutare il collettivo. Per quanto riguarda me, sono ancora giovane e - come l'Inter - posso dare molto di più. Gioco dove mi dice il mister ma più che mezzala preferisco giocare in mezzo al campo. Tra assist e gol non saprei scegliere. Cerco sempre la giocata più elaborata ma tra un passaggio sbagliato e un passaggio banale preferisco fare un passagio banale, fa meno male alla squadra. Voglio imparare in fretta l'italiano per comuncare meglio in mezzo al campo, tra la lingua e il calcio è un bella lotta, tutte e due molto difficili. Sono maturato molto dopo il brutto infortunio rimediato nel 2009, ho trovato la forza per andare avanti e sono cresciuto; credere mi da la forza per andare avanti ma non mi piace parlare del mio rapporto con la fede".
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