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L’Inter vince e riecco gli esteti! Ausilio e Mancini: scommesse già vinte. E quei 2…

Il concetto non è abbastanza chiaro, eppure viene ripetuto più o meno da inizio stagione. L’Inter prima in classifica non piace abbastanza, l’Inter concreta, cinica e con una difesa granitica non convince: perché gioca male, dicono. Come se...

Alessandro De Felice

Il concetto non è abbastanza chiaro, eppure viene ripetuto più o meno da inizio stagione. L’Inter prima in classifica non piace abbastanza, l’Inter concreta, cinica e con una difesa granitica non convince: perché gioca male, dicono. Come se in Italia incarnassero tutti lo spirito catalano del Barcellona, come se ad Empoli fossero andate tutte a dominare portando a casa lo 0-3. Improvvisamente risalgono a galla tutti gli esteti, gli amanti del calcio totale. Come se agli annali fosse rimasto solo quello. Corta memoria del calcio, da sempre incline a cancellare troppo presto ogni cosa. Si ricordano i vari successi di Capello e Trapattoni come imprese irripetibili, omettendo la qualità del calcio proposto: decisamente noioso, incredibilmente concreto. Il concetto non è chiaro, da ripetere ulteriormente: quest'Inter non è nata per strabiliare il pubblico, ma per giungere all'obiettivo in altri modi. Perché il calcio ne offre tanti...

SCOMMESSE VINTE - L’Inter non ha un proprio stile, si dice. Falso, i nerazzurri sono più che riconoscibili, giocano assecondando le proprie caratteristiche: la fisicità è una componente del gioco del calcio, se aiuta a vincere, e l’Inter la sfrutta, non può essere una colpa. L’Inter ottava della passata stagione ha attraversato un processo di cambiamento che avrebbe potuto inghiottire qualsiasi squadra, un cambiamento anche coraggioso, fatto di scelte che finora stanno pagando. Fuori la qualità intermittente di Kovacic per la fisicità di Kondogbia, difesa rifatta con due centrali nuovi di zecca, out Shaqiri per il rischiosissimo Adem Ljajic, indolente alla Roma, improvvisamente maturo all’Inter. Scommesse vinte da Mancini e da Ausilio. 

CI SIAMO ANCHE NOI - Come quelle di Kondogbia e Perisic, che dopo un avvio complicato stanno finalmente trovando il passo giusto. Il francese inizia a digerire il ruolo che Mancini gli chiede di ricoprire, alcune sue falcate palla al piede sono meraviglia per gli occhi ed il livello di concentrazione nel corso della gara inizia ad essere alto e costante. Stesso discorso per Perisic, il croato lascia intravedere colpi da ko: la finta e l’accelerazione con la quale pianta a terra il diretto avversario per andare a servire Icardi è l’esempio più concreto dell’energia che riesce a sprigionare. Adesso è diventato prezioso anche in copertura. Perisic e Kondogbia, mancavano solo loro all’appello, e adesso che l’Inter può contare pienamente anche su di loro, la corsa per il treno Champions diventa più agevole.