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La Champions per la “sopravvivenza”? Giusto dirlo ma l’Inter non sia impreparata

“Quanto pesa la Champions sul bilancio? Trenta milioni di mancati introiti. La Champions League è la base sulla quale lavorare. Non so quanto venga recepito da chi va in campo. E’ una questione di sopravvivenza“. Massimo Moratti ha...

Daniele Mari

"Quanto pesa la Champions sul bilancio? Trenta milioni di mancati introiti. La Champions League è la base sulla quale lavorare. Non so quanto venga recepito da chi va in campo. E’ una questione di sopravvivenza". Massimo Moratti ha tuonato così dalle colonne di Tuttosport.

Inutile negarlo: Europa League e Coppa Italia stuzzicano di più dal punto di vista sportivo (un trofeo è sempre un trofeo, e 'two is megl che one', come recitava una famosa pubblicità) ma il bilancio è appeso ad un terzo posto complicatissimo da raggiungere. E' quindi giusto che il presidente metta le squadra di fronte alle proprie responsabilità. L'Inter ha il dovere di puntare al terzo posto anche senza Diego Milito. Gli errori della società sono stati evidenti nel mercato di gennaio e nemmeno in Corso Vittorio Emanuele se la sentono più di smentirli (l'ammissione sull'errore della cessione di Livaja vale più di mille commenti) ma questo non è e non deve essere un alibi per la squadra. Ne va del futuro dell'Inter e per questo Moratti fa bene a battere con insistenza su questo tasto.

Ma come ogni buon dirigente di azienda dovrebbe fare, anche Moratti farebbe bene ad avere un "piano B", un piano di rilancio che prescinda dai 30 milioni della Champions. Perché se da tifosi è giusto che si speri nel terzo posto, da cronisti e da osservatori non si può certo dire che l'Inter sia la favorita per il gradino più basso del podio. Il ritmo dei nerazzurri è più da trotto che da galoppo ed è giusto, quindi, attribuire a Milan e Lazio i favori del pronostico (non lo diciamo noi, anche i bookmaker concordano).

La ricerca di nuovi soci, in questo senso, è fondamentale e la speranza (concreta visti i fitti contatti che proseguono su più tavoli) è che l'interesse di qualche gruppo si possa concretizzare prima della fine di giugno.

La trattativa coi cinesi si sta addormentando? L'impressione è che dorma sonni profondi ormai da mesi. Le ferree leggi cinesi (che impongo alle aziende di concentrare gli investimenti esteri sul business di riferimento) hanno complicato un progetto che sarebbe stato di ampio respiro (ingresso di nuovi soci entro fine ottobre, decisione definitiva sulla zona destinata al nuovo stadio entro inizio 2013). I tempi si sono dilatati ma la ferma convinzione di Moratti è che sia l'ingresso di nuovi soci sia il progetto relativo al nuovo stadio possano ripartire di slancio.

Fassone sta lavorando sottotraccia e i sondaggi sono continui. Legare la sopravvivenza dell'Inter al terzo posto è giusto perché è questo il messaggio che deve arrivare chiaro alla squadra. Ma nelle segrete stanze di Corso Vittorio Emanuele c'è (o ci dovrebbe essere) la consapevolezza che quei 30 milioni potrebbero arrivare più facilmente in altro modo. E' per questo che la partita che si sta giocando fuori dal Meazza deve essere giocata con la stessa ferocia chiesta alla squadra dentro al rettangolo di gioco.