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Marotta e la politica del cambiamento, Conte fa una cosa da Mou. Inter, non si può…

Nuove regole per una nuova Inter

Sabine Bertagna

La presentazione del nuovo atto della stagione nerazzurra, che inizierà con il ritiro a Lugano, fatica a nascondere i germogli di entusiasmo per il nuovo corso. Le autorità della città di Lugano lo hanno sottolineato più volte. L'occasione di poter contribuire a mettere le basi ad un'Inter che sembra votata a scrivere nuove pagine di storia era fin troppo ghiotta. L'asticella, della quale ha parlato Beppe Marotta in conferenza, va riposizionata verso l'alto. Con decisione. E senza voltarsi indietro.

"Ci sono delle responsabilità che noi dirigenti abbiamo, fiducia che dobbiamo ripagare. Una società di calcio è un contenitore di emozioni: ci sono forti aspettative. Stiamo lavorando da dicembre per ricollocare un’orgogliosa società come l’Inter a livello nazionale ed europeo. Abbiamo intrapreso una politica del cambiamento. Abbiamo acquisito un top player metaforico che è Antonio Conte: con lui inizieremo una nuova stagione e grazie alla sua competenza e alla società e all’inizio di questa stagione riusciremo a dare tante soddisfazioni ai tifosi". Sono queste le parole che Marotta sceglie per descrivere a che punto sia l'Inter. La politica del cambiamento è iniziata a dicembre, poco dopo il suo arrivo. Per anni i tifosi nerazzurri l'avevano invocata, senza immaginare che avrebbe creato anche motivi di contestazione. Non è facile portare cambiamenti radicali, anche se a volte questi sono necessari. Urgenti. E dolorosi.

Nel contenitore di emozioni che Marotta nomina non c'è però spazio per troppi sentimentalismi. Icardi? Passiamo alla domanda successiva (tema bollente, che suggerisce l'avvicinarsi di un finale brusco e burrascoso). Come sarà la rosa del prossimo anno? L'Inter lavora al mercato e sa, come ha confermato Antonello ai nostri microfoni, che molto dipenderà proprio dalle possibilità che il mercato offrirà nei giorni precedenti al ritiro. Difficile scrivere ora 11 nomi che sicuramente potranno essere protagonisti già a luglio. A quei nomi la dirigenza lavora alacremente insieme ad Antonio Conte. Il top player. Per nulla metaforico.

Nel contenitore di emozioni non c'è spazio per i ripensamenti. Una linea dura adottata vale per tutti. Non c'è spazio per chi sgarra. Un po' come in quella società che vince incontrastata ormai da anni. La comunicazione assume sfumature più controllate, chissà che non si riesca a mettere a tacere anche gli spifferi dei quali Spalletti si è così spesso lamentato nel corso dei suoi due anni in nerazzurro. Antonio Conte sta prendendo le misure e da professionista ossessivo quale è non lascia nulla al caso. Un po' come aveva fatto José Mourinho appena arrivato alla Pinetina, Conte ha chiesto allenamenti a porte chiuse. Un modo per entrare in sintonia con il cuore dell'Inter, con la squadra, con gli uomini e con i giocatori. Per guardarsi negli occhi. Senza distrazioni. Un altro tassello della politica del cambiamento, che marcia decisa verso nuovi traguardi. Il cambiamento è così. Una volta innescato, non si può più tornare indietro.

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