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Inter, Materazzi: “Sportivamente odio la Juve. Mou coerente. Benitez-Leo, ecco la differenza”

Le parole dell'ex difensore nerazzurro

Marco Astori

Intervenuto in diretta sul canale Instagram di Sebastien Frey, Marco Materazzi, ex difensore dell'Inter, ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, in nazionale e non solo.

Cosa avete fatto con la Nazionale?

Abbiamo fatto una raccolta con la Croce Rossa, si stanno adoperando molto Del Piero e Cannavaro: abbiamo raccolto 400mila euro circa, abbiamo regalato 4-5 ambulanze alla Croce Rossa. Ci siamo riuniti via messaggio e tutti hanno dato l'adesione: è il minimo che si potesse fare.

L'Inter? 

Io dovevo arrivare l'anno prima al posto di Cirillo a Milano. Mi è andata bene, altrimenti a me e a Frey ci cacciavano (ride, ndr). Io stavo antipatico a tutti gli avversari, ma è normale. Ci sono poche squadre che odio al mondo, quelle che fanno le prepotenti: e invece amo solo l'Inter.

Il Triplete?

Eravamo fortissimi il primo anno di Mourinho, poi sono stati messi Lucio, Eto'o, Milito e Thiago Motta: eravamo 25, poteva giocare chiunque. Le ultime tre partite sono state decisive: Roma, con tutti contro, Siena e poi Madrid.

Lele Adani?

E' uno dei pochi che fa innamorare la gente del calcio: lui spiega il calcio, lo fa capire e ha una passione incredibile. Stima incredibile per Lele: è imparziale, non ditemi che è interista o juventino. Lui si gode la partita, ne sa.

Eto'o?

E' fantastico, è un fratello e lo ringrazierò a vita: mi aveva promesso la Champions e l'ha mantenuta. Io lo amo. Io gli dissi di venire perché ce l'avrebbe fatta vincere: non credeva fossi io, chiese la conferma ad Albertini.

Mourinho?

Alta e altra qualità. Era uno scudo, un amico, un padre e un fratello: si incazzava, faceva cazziatoni incredibili. Sapeva toccare le corde giuste, poi i risultati si sono visti. Io con lui ho smesso di giocare a calcio: il rapporto che avevo con lui era di fiducia e stima, sapevo che avrei potuto giocare anche solo una partita, ma avevo la sua stima. La coerenza è la cosa più importante, lui era coerente: dicono che io ce l'avessi con chi è venuto dopo (Benitez, ndr), ma non avevo rapporto perché non era coerente. E' difficile venire dopo Mourinho, ma se riesci a copiarlo un po' come ha fatto Leonardo magari riesci a vincere lo scudetto. Abbiamo recuperato 19 punti al Milan e se non perdiamo il derby ad aprile li superiamo: poi era finita. Leo non ha fatto altro che un copia-incolla di quello che si faceva prima di quei sei mesi: quella è intelligenza.

Ronaldo il Fenomeno?

Il più forte di tutti i tempi. Ho avuto la fortuna di non giocarci mai contro: solo col Milan, ma sapeva che io capivo le sue finte. Quando stava bene mi mettevo vicino a lui e facevo anche io 20 gol. Nella finale di Coppa Uefa per tutte le cose che ha fatto avevo mal di testa io.

Cosa hai provato dopo il gol con la Francia?

Ho pensato che li avevamo ripresi: quelli erano dei robot, andavano a 600 all'ora. L'ultimo pallone al 120esimo l'ho toccato io e l'ho buttato il più lontano possibile e ho detto andiamo ai rigori. Il rigore per la Francia non c'era? Ormai è acqua passata.

Una partita che vorresti rigiocare?

Il 5 maggio. Stavamo uscendo dallo stadio, eravamo sul pullman. Gresko chiese perché erano tutti arrabbiati. Di Biagio rispose: "Ma che c...o dici?". E Gresko disse che per lui era già la terza volta.

Balotelli?

E' il numero uno, bravissimo ragazzo, ma ogni tanto dovevo dargliele: si presentò coi calzini del Milan. Lo dovevo picchiare, ma gli voglio bene. Non è una m...a, è bravo, un bambinone. Il primo allenamento con noi ha provato a farmi tunnel, non è riuscito a passare: io e Cordoba gli abbiamo dato il ben servito.

Quanto odi la Juve sportivamente?

Tantissimo, solo sportivamente.

Il dopo Handanovic?

Per me fa ancora 3-4 anni, porta tanti punti. Mi piace Musso dell'Udinese.

Ibrahimovic?

E' fortissimo, ma non al livello dei più forti come Messi e Ronaldo.

Bastoni? 

E' fortissimo: ha personalità ed è cattivo.

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