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Moratti e quella scintilla a Norwich: “Per me l’Inter è stata passione. Non riuscivo…”

Massimo Moratti apre il suo cuore, e tramite il giornalista del Corriere della Sera, Fabio Monti, dalle pagine dell’inserto Sette, parla della sua Inter. Iniziò tutto per caso, una sera di autunno e più precisamente il 24 Novembre, a Norwich,...

Riccardo Fusato

Massimo Moratti apre il suo cuore, e tramite il giornalista del Corriere della Sera, Fabio Monti, dalle pagine dell’inserto Sette, parla della sua Inter. Iniziò tutto per caso, una sera di autunno e più precisamente il 24 Novembre, a Norwich, in Inghilterra: “Ero lì per lavoro, esordisce Moratti, la squadra era in campo per la coppa Uefa ed ero in tribuna quasi per caso, perché ero lì per lavoro. Era tanto che non seguivo la squadra in trasferta e andai lì sperando di non soffrire molto”.

Fu proprio quella sera che scattò la scintilla e tredici mesi dopo, il 13 gennaio del 1995, Moratti incontrò l’Avv. Prisco nel cuore di Milano: “Allora ti decidi a prendere l’Inter? Mi disse Peppino. Mi autorizzi a parlare con Pellegrini? La risposta fu sorprendentemente si. Non fu una decisione facile, ma Era un rischio che si poteva correre o forse io la vedevo così. L'Inter, per tutti noi, è sempre stata soltanto una passione. Era così per papà, è stato così per noi e per me. Non riuscivo più a   rimanere indifferente di fronte a una squadra che era diventata un po' pallida, anche con una sofferenza che va molto più in là di quella del tifoso, perché ne hai la piena responsabilità”.

Già nel 1980, peraltro, suo padre Angelo gli disse: “Dovresti vedere se si può prendere l’Inter. Perché un’esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere. a soffrire a migliorare”. Detto: fatto