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Moratti: “Inter fatta di mito e miti, avrei voluto vedere Totti in nerazzurro. Mou…”

Le parole dell'ex presidente ai microfoni de L'Arena

Matteo Pifferi

"Se mi manca il mondo del calcio che ho lasciato? Mi fa molto piacere tutto quello che è successo perché è stato molto bello. Molto appassionante e affettuoso. Ma non ho ambizione di tornare nella maniera più assoluta". L'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, nel corso di un'ampia intervista a L'Arena, ha risposto così alla domanda sull'assenza dai grandi palcoscenici, una volta ceduta l'Inter.

MITI SPORTIVI - "Cassius Clay e Gigi Riva. L’uomo e il campione insieme. Inter? L’Inter è fatta di mito e di miti che mi hanno accompagnato fin dall’infanzia. Ma questo penso sia scontato per me. E quindi, lasciando stare loro, penso a Totti. Francesco per me è un mito. Cioè un giocatore che, per qualità, avrei voluto vedere anche nella mia squadra".

MODELLI DI PERFETTO MANAGER SPORTIVO - "Mio padre li ha offuscati tutti, questo penso sia normale. Ma negli anni ho avuto modo di conoscere e confrontarmi. Penso ad Alex Ferguson, che ha segnato un’epoca al Manchester United. Un dirigente a tutto tondo. Uscendo dal calcio, i primi che posso citare sono Julio Velasco e Phil Jackson. Innovatori, uomini sopra tutto. Persone capaci di segnare un epoca con il loro modo di approcciare lo sport. Poi, io ho avuto due ottime esperienze personali con Mourinho e Mancini".

RAPPORTO CON IL PADRE - "Tentare di vincere, o fare meglio, di chi ti ha preceduto può essere peso insormontabile. Provo a fare una valutazione che va al di là dell’affetto. Mio padre è stato fantastico. Un dirigente sportivo diventato personaggio, non solo per le vittorie ottenute. Per questo, ancora oggi, faccio fatica a valutare senza comparazioni chi è venuto dopo di lui"

VERONA - "Conservo il ricordo. Bellissimo, perché quella è stata la mia infanzia felice. E il ricordo che resta e ti accompagna per tutta la vita, di per sé, è già cosa bellissima. A Bosco Tenemmo la villa per un decennio, tra gli Anni Quaranta e Cinquanta. Luogo bello, diverso da oggi. Sono tornato una volta. E conto di tornarci anche ora con la mia famiglia per cercare i posti del passato".

IL VERONA DI IERI E DI OGGI - "Il Verona fece un’impresa fantastica. E la prima faccia che mi viene in mente è quella di Bagnoli. Un grande allenatore circondato da grandi giocatori. Fu una stagione unica. Ma la vittoria non fu casuale. Quel Verona s’impose alla grande perché poteva disporre di campioni. Salto in avanti nella storia, per tornare al presente. Oggi il Verona di Juric va a San Siro a giocarsela senza timori contro l’Inter di Conte. Il Verona sta giocando molto bene. Era prevedibile che avesse questo impatto perchè dall’inizio della stagione si è messa a proporre un calcio piacevole. Juric ha grandi meriti. Ci ha messo del suo. Perchè la rosa del Verona non è da primi posti in classifica. Ma la personalità che mette la squadra e l’atteggiamento del gruppo dimostra che non ci sono timori nell’affrontare qualsiasi tipo di avversario".

VERONA SORPRESA DEL CAMPIONATO - "Di sicuro è piacevole veder giocare il Verona. E Juric ha dimostrato di essere allenatore intelligente. Trovando un equilibrio che garantisce punti. Dietro a tutto c’è organizzazione. E il Verona può essere pericoloso per chiunque l’affronti".

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