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ESCLUSIVA Palmeri: “Suning, ipotecato futuro. Chi compra? Faccio un nome perfetto per l’Inter”

Dopo due vittorie consecutive contro Torino e V. Plzen, il peggio sembra alle spalle per l'Inter: ne abbiamo parlato con Tancredi Palmeri

Marco Macca

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Dopo due vittorie consecutive contro Torino e Viktoria Plzen, il peggio sembra alle spalle per l'Inter di Simone Inzaghi, attesa domenica da una trasferta storicamente difficile contro una squadra, l'Udinese di Sottil, che rappresenta la vera rivelazione di questo inizio di campionato. Il tutto mentre, fuori dal campo, diventano sempre più insistenti le voci su un prossimo cambio di proprietà. Ne abbiamo parlato con il noto giornalista Tancredi Palmeri.

Dopo un inizio di stagione complicato, l'Inter si porta a casa due vittorie. Il periodo difficile è alle spalle?

Ancora no, l'Inter sta facendo un percorso e ovviamente sta meglio rispetto a prima di giocare contro il Torino ma, se guardiamo anche la partita contro il Viktoria Plzen, non abbiamo visto un'Inter del tutto sciolta. Vincere non è mai automatico e l'Inter non ha avuto problemi, ma non ho visto una prestazione sciolta come quella di una squadra in salute. Dunque, il periodo difficile non è ancora passato. E' un percorso ancora da fare.

La vera partita della svolta può essere domenica a Udine?

Non sminuiamo comunque la vittoria contro il Torino. L'Inter ha giocato maluccio, ma l'essere riusciti a vincere è stato molto importante, soprattutto perché quella partita è arrivata quattro giorni dopo quella contro il Bayern, e sappiamo che il Toro è una delle squadre che gioca meglio in Italia. Non bisogna dunque derubricare il successo contro i granata a vittoria banale, così come non lo sarebbe eventualmente contro l'Udinese. Ma, per dire che l'Inter è ormai guarita, dovrei vedere una squadra che va a Udine a comandare, il che mi sembra comunque difficile in questo momento. Dirò che il periodo complicato è totalmente alle spalle quando ci sarà una vittoria contro una squadra del livello di Toro e Udinese da Inter di Inzaghi, ovvero dominando gioco e partita, come nella scorsa stagione.

Nelle ultime uscite, Simone Inzaghi è stato molto criticato per alcune scelte. Quante colpe gli dai?

Se Inzaghi è responsabile nel bene, lo è anche nella cattiva sorte. La sua responsabilità sta nel fatto che non è ancora riuscito totalmente a dare la scossa che ora serve all'Inter, che a livello di fiducia deve ancora disincagliarsi dallo scudetto perso all'ultima giornata contro il Milan. Su certe scelte ha fatto degli errori evidenti, ma in altre occasioni ha fatto altre scelte che hanno portato ovvi benefici e questo non viene sottolineato abbastanza. Se i nerazzurri non avessero vinto contro il Viktoria, tutti gli avrebbero imputato di aver lasciato Lautaro in panchina e di aver schierato Acerbi. Lui fa continuamente delle scelte, non è uno che fa giocate scontate. Qualche volta gli ha detto male, ma altre volte ci ha preso.

E quante colpe ha, se ha colpe, l'allenatore nerazzurro nel cattivo rendimento negli scontri diretti?

Non vedo matrici particolari nelle sconfitte negli scontri diretti. Quando c'è un problema di testa è generale e viene evidenziato ancor di più nelle grandi partite. Contro il Milan soprattutto, ma anche in parte contro Lazio e Bayern, si è visto che nella fase difensiva l'Inter ancora non si sacrifica a dovere. Il centrocampo lascia troppo scoperta la difesa sugli attacchi uno contro uno e non copre come faceva l'anno scorso. Questo contro le grandi non puoi permettertelo. Quando hai problemi di testa, questa è una delle situazioni che viene maggiormente esposta. Dunque, non vedo un problema specificamente negli scontri diretti, ma un problema di testa e tattico. Contro il Torino ho visto già qualcosa di meglio da questo punto di vista.

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