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Perisic-Icardi, novembre da dimenticare. Ma Mancini può sorridere perché…

Contro il Genoa Roberto Mancini si è concesso il lusso di lasciare 3 big in panchina. Oltre a Kondogbia, uuelli rimasti seduti per scelta sono Perisic e Icardi. Il croato, dopo 9 partenze consecutive da titolare, è rimasto in panchina tre...

Lorenzo Roca

Contro il Genoa Roberto Mancini si è concesso il lusso di lasciare 3 big in panchina. Oltre a Kondogbia, uuelli rimasti seduti per scelta sono Perisic e Icardi. Il croato, dopo 9 partenze consecutive da titolare, è rimasto in panchina tre volte nelle ultime 4 uscite. Mercoledì scorso Perisic è stato colpito da un attacco influenzale che lo ha costretto a saltare una sessione di lavoro alla Pinetina. Forse non era completamente ristabilito, ma è chiaro che il mese di novembre del croato non rimarrà scolpito nel suo cv. Partito trequartista adattato e naturalmente spostato sull’esterno, deve ancora dare quelle frustate in fase offensiva che Mancini si aspetta. Ha segnato due gol, con i quali l’Inter ha pareggiato in trasferta con Palermo e Sampdoria, ma tutto questo non basta per uno costato 20 milioni, 16 milioni più 4 di bonus. 

Per quanto riguarda Icardi ormai si discute quotidianamente. Dentro l’area è uno dei migliori tre centravanti in Italia, fuori perde i contorni dell’attaccante pericoloso. Non c’è dubbio che sia il miglior marcatore nerazzurro (4 gol, ma l’anno scorso dopo 15 gare ne aveva segnati 8), ma è altrettanto chiaro che uno come lui che ha vinto la classifica marcatori della Serie A con 22 centri insieme con Luca Toni debba modernizzarsi e collaborare di più. La fascia di capitano dovrebbe responsabilizzarlo, non rappresentare un traguardo sotto cui passare a braccia alzate. Perché la sua valutazione, al momento sui 35 milioni, deve crescere. Per la natura stessa di Mauro.