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Pioli: “Futuro all’Inter? Dipende dai risultati. Suning umile e forte, sfiderà la Juve…”

Il tecnico dei nerazzurri ha parlato del suo futuro e della proprietà straniera

Andrea Della Sala

"L'Inter ha cambiato rotta quando sulla panchina si è seduto Stefano Pioli. A prescindere dal risultato finale, finora il tecnico è riuscito nell'intento di dare un senso alla stagione dell'Inter che fino alla fine cercherà nell'impresa di raggiungere il terzo posto. Intervistato da La Stampa ha parlato del suo arrivo, ma anche del suo futuro:

"EVOLUZIONE - “Avevo degli obiettivi: trasmettere passione, dare un’anima e dei principi di gioco. Ho cercato di mettere a proprio agio i calciatori in campo e fuori. Possiamo ancora migliorare, ma qualcosa di importante è stato fatto. Il percorso non è finito. I ragazzi volevano un metodo di lavoro preciso, un gioco preciso. Abbiamo un motore importante, i cavalli a disposizione avevano voglia di essere sciolti”. 

"CLASSIFICA - “Cosa ci manca? L’autostima: fa la differenza con le prime tre. Arriverà con la continuità del lavoro e dei risultati. L’Inter è reduce da stagioni altalenanti, ma la classifica da quando sono qui dice che siamo a 5 punti dalla Juve. Questo è il nostro livello oggi”.

"INTER - “Quando mi ha chiamato l’Inter ho pensato che era il momento adatto. In carriera mi sono sempre conquistato tutto con lavoro, serietà e passione. Nessuna scorciatoia, passo dopo passo. Mi auguravo che arrivasse una chiamata importante per completare il mio percorso. Poi l’Inter, la mia squadra del cuori: il massimo. Per me è vincente chi allena il Chievo e lo salva per 4 anni come chi allena la Juve e vince 4 anni di fila. Pioli non da Inter? Si poteva dire di Allegri prima del Milan, di Guardiola che aveva allenato solo la Cantera del Barcellona. Fino a che non ti danno un’occasione nessuno lo può sapere. Io ora mi sento pronto”. 

"SUNING - “Per me è stato semplicissimo. Ho trovato grande attenzione, una cultura del lavoro che non sempre in Italia abbiamo, attenzione e curiosità. Il gruppo Suning ha umiltà e forza giuste per imparare a crescere e fare cose importanti”.

"SFIDA ALLA JUVE - “E’ la più forte in assoluto per mentalità. Perché hanno costruito ogni anno squadre, sempre più competitive, ragionano solo in termini di vittoria e in Italia hanno una capacità unica di investimento. La prossima sfida sarà con l’Inter di Suning per tre motivi: le potenzialità della proprietà, il valore della squadra già adesso alto e che verrà integrato e l’ambiente che abbiamo. Roma e Napoli hanno fatto cose eccezionali, ma manca una concorrente per giocarsi lo Scudetto punto a punto. Può esserlo l’Inter”. 

"FUTURO - “Saranno i risultati a decidere, quindi devo pensare solo a lavorare. Sono tutti preoccupati per il mio futuro, io invece sto benissimo. L’Inter me la sono meritata e mi sto giocando la chance nel migliore dei modi”. 

"ICARDI - “Un giocatore simbolo non è sufficiente, ma per me è importante avere dei punti di riferimento. Mauro è uno di quelli. Non lo conoscevo, ho trovato una persona matura per l’età che ha. Può diventare anche più forte”. 

"MOMENTI - “I peggiori per me sono quei tre quarti d’ora tra l’arrivo allo stadio e il riscaldamento. Fastidiosi, li abolirei. Il più bello è dal termine della rifinitura alla mattina della partita, non dico che me la godo, ma sono molto sereno. Poi mi piace il tragitto in pullman dal ritiro fino allo stadio. Un errore? Alleno la Salernitana, non faccio giocare un titolare e gli do una pacca sulla spalla per fargli capire la situazione, lui mi guarda e mi dice: ‘Mister faccia le sue scelte, ma mi lasci stare’. Da allora non ho mai più spiegato le mie decisioni, le prendo e basta”. 

"ALLENATORE - “E’ un lavoro pieno di dubbi. Chi far giocare, come far giocare, se parlare con tutti o singolarmente. Non è facile, ma è uno degli aspetti più stimolanti. Sono cambiati i rapporti coi giocatori. Bagnoli parlava pochissimo ma quando lo faceva lasciava il segno. E poi Trapattoni: le sue analisi post partita del martedì sono indimenticabili. Così come la sua psicologia. In quello spogliatoio della Juve c’era un rispetto formidabile. Non replicava Pioli al Trap, ma gente come Platini. Io sono fatto così, voglio condividere, poi ci sono volte che non lascio repliche, ma più il giocatore sa più si rende consapevole delle scelte. Spogliatoio? Sono cambiati i giovani, ma anche gli anziani. Una volta erano loro a intervenire se c’era qualcosa che non andava, ora sanno che non è più un loro compito: c’è la società. I calciatori sono diversi perché diversi sono gli allenatori. Ci preparavamo diversamente, non si usava la tecnologia. Oggi il lavoro di un’ora e mezza sul campo è niente rispetto al resto, ora i giocatori pretendono molto e noi li riempiamo di nozioni: non dico che alla fine siano automi ma finiscono per essere meno intuitivi. Il più intelligente? Klose. I segreti? Li ho rubati a tutti. Coverciano è stato importante, ma ti riempiono la testa e poi uno usa quello che serve. Si migliora sempre e la curiosità è la molla per riuscirci. Ho compiuto tutti i passi per completarmi: forse l’ho fatto un po’ tardi, ma l’ho fatto”.

"GUARDIOLA - “Ho capito che la passione che ci mette e la naturalezza nel rapporto con grandi giocatori. Nel mio piccolo ho rivisto il mio metodo, se lo fa lui, mi sono detto, sono messo bene. Sl piano tattico mi ha permesso di vedere tutto, in Italia c’è gelosia. Io apro le porte ai colleghi, qualcuno lo fa un po’ meno”. 

"CHAMPIONS -“Mi divertono tutte quelle squadre che vogliono comandare il gioco. Ai quarti di finale di Champions, per esempio, vedrò Borussia Dortmund-Monaco. Tuchel e Jardim sono due tecnici che apprezzo molto. Favorita? Il Bayern. Ma con i pronostici non ci prendo. Fossi Ancelotti farei gli scongiuri. Juve-Barcellona? La più equilibrata degli ultimi anni. La Juve è in grande crescita, loro hanno quei tre là davanti. Sono molto vicine”.

"TEMPO LIBERO - “Ad Appiano sono un martello, ma quando vado a casa ci riesco subito a distrarmi: una cena con mia moglie, un sigarillo, il cinema, il cane. Poi certo, dormo con un’Ipad vicino al letto: il momento in cui penso di più è la notte, mi vengono in mente idee e sensazioni e decido subito. Sono molto diverso da come vengo descritto, molto meno equilibrato di quello che appaio. Tutt’altro che freddo". 

"CALCIATORE - "Non tornerei indietro. Non ho mai preso decisioni alla leggera, per questo ho sempre vissuto bene il presente. Mi sarebbe piaciuto avere meno infortuni, ecco forse questo è stato l’unico rammarico. Ma non ero una da grande squadra".

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