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Samuel: “Milito mi voleva al Racing. Pioli? Gli chiesi subito una cosa. In futuro…”

Sabine Bertagna

Sei stato al Mondiale del 2002 e anche a quello del 2010, hai saltato quello del 2006 con il tecnico che ti aveva promosso nelle giovanili. Che cosa è successo con Pekerman?"E’ stata una situazione dolorosa, però poi è passata e ora posso provare a capirla un po’ di più. Ad un certo punto ho detto a Pekerman quello che pensavo. Nessun insulto perché lui quando ero giovane diceva io fossi aggressivo, ma mi dispiaceva molto.  L’ho incontrato qualche anno dopo in Italia quando venne a Milano a vedere Guarin e ci siamo salutati. Non ci siamo lasciati bene, non porto rancore, però ho il mio orgoglio e mentirei se non dicessi questo”.

-Il miglior allenatore avuto?E’ una domanda difficile, sembra una frase fatta: tutti ti dicono delle cose, le cose su cui non sono d’accordo, nella mia carriera non è mai stato tutto rosa. Credo che non esista l’allenatore perfetto, nominarne uno è difficile: posso dire che Bielsa faceva attenzione a cose a cui gli altri non facevano caso. Bianchi era un grande conduttore del gruppo, sono stato bene con Capello, Mourinho, Ranieri, però dico che Bielsa mi ha aiutato a salire e a non perdere l’anticipo di testa”.

-L’attaccante più difficile da marcare?"Sono tanti, ma te ne dico tre: Trezeguet, Sheva e Vieri che era grosso e duro da annullare. Per fortuna non ho marcato spesso Messi, non lo nomino quindi, ma le poche volte che l’ho marcato era impossibile tenerlo, lo marcavano gli altri."

-Non ti dispiace che Messi non possa giocare le prossime tre gare della Nazionale?

Sì, certo. Mi spiace per lui e per tutto il gruppo della Nazionale argentina. La gente non ci fa caso, ma non è facile. Penso che bisogna provare a portarlo nelle prossime partite perché da un momento all’altro Messi ha da dare molto a questo gruppo.

-Come è Icardi visto che vivi con lui giornalmente?

All’Inter si allena bene e non ho nulla di speciale da dire su di lui. Non sono suo amico perché siamo di due generazioni diverse, però lo vedo come un gran professionista ed è il capitano della squadra.

-Credi che prima o poi andrà in Nazionale?

La Nazionale ha attaccanti molto buoni in quel reparto però penso di si, che gli verrà data la possibilità. Dentro l’area è un grande attaccante e sta migliorando anche nei movimenti fuori dall’area, l’allenatore sta insistendo su questo, partecipare di più al gioco di squadra.

-A casa tua si parla italiano o il castigliano?

Nooo. Castigliano: i miei tre figli sono nati in Italia, ma a casa parlano la lingua madre. Valentina, Mirko e Francesco si chiamano. Il più grande è molto curioso ed è da tanto che mi chiede di andare a vedere la Bombonera.

-Se non ti avesse visto Osvaldo Crocetto tu non avresti fatto il difensore?

Nessun dubbio, senza di lui a quest’ora non starei lavorando nel calcio. Senza di lui e senza Don Roque Vassalli.

(El Grafico)