copertina

Terza stella, tra l’imbarazzo della Figc e l’attesa dell’Uefa c’è quell’articolo 1…

Finché c’è stato il Milan in testa alla classifica l’argomento è stato più o meno volutamente evitato. Ora, con la Juve ad un passo dal suo 28esimo scudetto, è tornato prepotentemente alla ribalta. La società bianconera è...

Daniele Mari

Finché c'è stato il Milan in testa alla classifica l'argomento è stato più o meno volutamente evitato. Ora, con la Juve ad un passo dal suo 28esimo scudetto, è tornato prepotentemente alla ribalta. La società bianconera è autorizzata a mettere sulla maglia quella terza stella che quasi certamente apporrà in caso di titolo? La verità è che non si sa con certezza.

Il problema non si è mai posto in passato e per questo non trova spazio nelle norme federali. Negl ultimi giorni il presidente della Figc Abete ha risposto con palese imbarazzo a domande sull'argomento, rimandando il tutto al momento in cui la Juventus sarà ufficialmente campione d'Italia. "Ma faremo rispettare le regole", ha comunque chiarito Abete.

Sì, ma quali regole? Una norma precisa non c'è ma in aiuto alla Federcalcio viene il comma dell'articolo 1 del regolamento della Lega, riferito dalla Gazzetta dello Sport: "Tutto ciò che non è esplicitamente consentito dal presente regolamento deve intendersi come espressamente vietato". Posto che di "consentito esplicitamente" non c'è nulla verrebbe logico pensare che, per mettere la terza stella, la Juve dovrebbe avere l'autorizzazione della Federazione. Anche perché, sin da quando l'idea della "stella" venne ad Umberto Agnelli, l'avallo della Figc è stato sempre conditio sine qua non.

E la Figc certo non può permettersi di consentire ad una squadra di sfoggiare un simbolo che rimanda "esplicitamente" a 30 scudetti che dalla stessa Figc non vengono riconosciuti. E come non lo può permettere la Figc, altrettanto si può dire dell'Uefa, che su questi "dettagli" è quanto mai ferrea.

L'argomento "terza stella" appassiona certamente più i tifosi al bar che non i diretti protagonisti, come hanno dimostrato anche le dichiarazioni di Javier Zanetti e Massimo Moratti. Ma oltre al "buon senso" invocato dal presidente nerazzurro, qui ci sono delle sentenze (sportive e penali) che non possono certo essere disconosciute. E che vanno fatte rispettare. La Federcalcio lo sa e dovrà prendere posizione. Il tempo dei rinvii sta per scadere.