editoriale

PROFILO BASSO, STILE INECCEPIBILE

Vincere così frequentemente ha, come tutte le cose, le sue controindicazioni. I mesi successivi al triplete e soprattutto alla vittoria di Madrid sono volati nel ricordo ossessivo di quelle emozioni. Non c’era nulla che potesse riportarci...

Sabine Bertagna

Vincere così frequentemente ha, come tutte le cose, le sue controindicazioni. I mesi successivi al triplete e soprattutto alla vittoria di Madrid sono volati nel ricordo ossessivo di quelle emozioni. Non c'era nulla che potesse riportarci sul pianeta terra perchè tutti avevamo in mente le stesse immagini, per nulla sbiadite. Il Principe che dopo una finta firma una rete storica al Bernabeu, l'esplosione incontenibile dei tifosi, quella coppa levata al cielo. Non c'era nulla che avesse lo stesso smalto. E poi la questione che se ne andasse uno come Mourinho, capace di ottenere l'impossibile.

L'unico avvenimento in grado di farci voltare pagina era il calcio giocato. La Supercoppa italiana ha richiamato così a San Siro la popolazione nerazzurra, quella delle grandi occasioni. Se pensate che l'ultima partita ufficiale giocata dai nerazzurri era stata quella del 22 maggio, non poteva che essere così. Ma gli occhi di tutti erano puntati anche sulla novità in panchina. Per il primo tempo, abituati come eravamo ad assistere a vere e proprie coreografie portoghesi, ci chiedevamo se il Rafa fosse rimasto negli spogliatoi. Che fosse presente l'ha dimostrato nei momenti cruciali della partita. Improvvisamente a bordo campo a distribuire ordini ai suoi uomini. Pronto a cambiare il Capitano per preservarlo in vista del prossimo incontro. Lucido. Non ha voluto calcare la scena, Rafa Benitez. Ha lasciato che le telecamere seguissero la coppa in mano alla squadra. L'hanno vinta loro, ha semplicemente detto Rafa, mettendosi ai bordi della festa. Coerente con il suo pensiero. I successi se li sudano i giocatori, l'allenatore viene molto dopo. E' un nuovo punto di vista, che con la giusta interpretazione assume connotati preziosi. Il profilo basso che non inquina la giusta tensione in campo è il nuovo vestito nerazzurro. Sì, Rafa ieri ci è piaciuto. Fino a ieri il successore di Mou. Ora a pieno titolo il nuovo allenatore dell'Inter.