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Battutine e sermoni mediatici. Gasp è già  diventato interista!

Non si è ancora seduto sulla panchina nerazzurra, ma Gasperini è ormai l’allenatore dell’Inter: con le voci, le insinuazioni, le descrizioni taglienti, le malelingue, le battutine, i sermoni e i paragoni dovrà imparare a...

Eva A. Provenzano

Non si è ancora seduto sulla panchina nerazzurra, ma Gasperini è ormai l'allenatore dell'Inter: con le voci, le insinuazioni, le descrizioni taglienti, le malelingue, le battutine, i sermoni e i paragoni dovrà imparare a conviverci. 

La prima cosa che si scopre quando si decide di passare al nerazzurro è che non va mai bene niente. Per la serie "se sei brutto ti tirano le pietre, se sei bello ti tirano le pietre"...

Le descrizioni sul suo modo di essere e sul suo gioco si sprecano. Di lui si dice tutto e il contrario di tutto: 'E' un uomo perbene', 'E' un tecnico in gamba', 'Ma non fatelo arrabbiare', 'E' uno tosto, che sa quello che vuole, altro che uno timido'. 

Per il giornale Libero il Gasp adotterà il metodo Allegri (Eh già, il Milan fa sempre scuola ): "Poche parole, grande impegno nella gestione del gruppo e piena fiducia negli acquisti della società. E una speranza: che Moratti sfoderi da qui a fine agosto uno dei suoi proverbiali colpi di mercato". 

Il Giornale invece racconta così il suo primo ingresso da interista nella sede di Corso Vittorio Emanuele: "Chi non conoscesse Gasperini potrebbe crederlo un uomo piuttosto timido, quasi dimesso. Sbagliato. L'educazione e la riservatezza non vanno scambiate per debolezza. Bastava vederlo ieri pomeriggio, mentre stringeva mani a destra e sinistra. Cercandole con gli occhi, quasi come un imbucato che voglia far bella mostra di sé a un ricevimento a palazzo. Solo che lui l'invito ce l'ha eccome, anche se i maligni pensano fosse diretto a qualcun altro." (Giusto i maligni...).

Intanto il mister ha prolungato il ritiro a Pinzolo fino al 21 luglio. E il Giornale prende spunto da Andy Warhol (e dall'esame di maturità targato Gelmini) per dire che anche Gasperini si è ritagliato i suoi quindici minuti di fama, che però sono almeno due anni considerando il suo contratto. 

Poi segnali di complimenti: "Il Gasp non è Mourinho e di sicuro non ha chiesto la luna alla società. Nemmeno la Trivela Quaresma (24 milioni!), per intenderci. Lo immaginiamo, piuttosto - conclude lo stesso quotidiano - mentre con i suoi modi gentili fa il nome di Rodrigo Palacio, suo pupillo fin dai tempi del Genoa. Avesse detto Maradona..."

In realtà, sembra proprio che - se l'avesse richiesto Maradona - avrebbe sbagliato comunque. Come al solito chi sceglie l'Inter, sbaglia, in ogni caso. Ma c'è chi ha le prove: quanto si sbagliano...